Due agenti della Polizia penitenziaria aggrediti. Uno nel carcere di Secondigliano e un altro nel carcere di Torino. Gli episodi si sono verificati nei giorni scorsi ma sono stati resi noti soltanto nella giornata di oggi.
A Torino, nella giornata di lunedì 2 gennaio, il ras del clan Gionta Umberto Onda, sottoposta al regime del 41bis, ha colpito con un «violento calcio» un ispettore della Penitenziaria. L’agente stava accompagnando il detenuto in infermeria per una visita medica. La vittima è stata medicata all’ospedale Maria Vittoria, dove gli è stata assegnata una prognosi di tre giorni. «Quanto accaduto – scrivono in una nota cinque sindacati (Sinappe, Osapp, Uilpa-Pp, Fns-Cisl e Cgil-Fp-Pp) – è da ritenersi di estrema gravità: i penitenziari da tempo sono nel completo caos organizzativo, sia in ordine al trattamento e ai rapporti con la locale popolazione detenuta, spesso fuori controllo, sia riguardo alla gestione del personale soggetto a carichi di lavoro oltre i limiti ed a continue tensioni e aggressioni, nel più totale silenzio degli organi dell’amministrazione penitenziaria e del dicastero della giustizia».
I sindacati, inoltre, chiedono al Ministro della giustizia Carlo Nordio di venire a Torino e lo invitano «a dotare il personale di polizia penitenziaria di strumenti idonei quali taser o altri mezzi a tutela dell’incolumità fisica, al fine di assicurare l’immediato ripristino delle regole di legalità e di civile convivenza nelle strutture in cui detto personale subisce la quotidiana e ingiustificata tortura, fatta di gravi offese morali e fisiche e di continui disagi lavorativi, peculiarità di un sistema oramai caratterizzato dall’assenza di risultati verso una maggiore sicurezza interna ed esterna nell’interesse della collettività».
Nel carcere di Secondigliano un 24enne del circuito ‘Alta Sicurezza’ ha colpito un ispettore della Penitenziaria con un pugno al viso costringendolo a ricorrere alle cure del pronto soccorso. I sanitari hanno giudicato le sue ‘contusioni multiple’ guaribili in sette giorni, salvo complicazioni. L’episodio è avvenuto il 28 dicembre ed è stato reso noto dal sindacato Sinappe. L’episodio è avvenuto alle 12, quando l’ispettore, coordinatore del reparto detentivo, durante un colloquio con un detenuto, è stato preso di mira per motivi legati a una richiesta di trasferimento. L’intervento dei colleghi della vittima ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente.
Per Luigi Vargas, segretario generale aggiunto del Sinappe, si tratta dell’«ennesima dimostrazione di inciviltà e mancata aderenza alle regole posta in essere da appartenenti alla popolazione detenuta, è la goccia che fa traboccare il vaso e mette la parola basta come sigillo alla tolleranza dei poliziotti. Il Sinappe annuncia che chiederà “un intervento esemplare nei confronti del detenuto e una presa di posizione decisiva da parte dell’amministrazione che deve porre termine ad un tale ‘bollettino di guerra’». «Una situazione fuori controllo da troppo tempo – continua Pasquale Gallo, segretario regionale Sinappe – nonostante tutti i gridi di allarme lanciati ininterrottamente. Il personale è esausto e demotivato delle continue vessazioni e di essere vittimizzato da episodi che compromettono seriamente l’ordine, la sicurezza e l’incolumità fisica. I detenuti continuano ad avere una condotta tracotante ed iraconda e sono sempre meno avvezzi al rispetto delle regole penitenziarie. Le carceri campane sono oramai diventate una polveriera».
martedì, 3 Gennaio 2023 - 18:04
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