Qatargate, il Pd scarica Cozzolino: solo Manfredi lo difende. I legali: «Estraneo, ma non invocherà l’immunità»


Andrea Cozzolino nel pieno della bufera Qatargate, che può allargarsi a Panama, con gli inquirenti a caccia di conti offshore. L’europarlamentare napoletano si difende, rivendica l’estraneità allo scandalo corruzione, ma – tramite i legali – annuncia di non invocare l’immunità. Intanto, nel Partito Democratico si registra il gelo, riguardo la sua posizione. A difenderlo – appellandosi al garantismo – c’è solo il sindaco di Napoli. Gaetano Manfredi, a sua volta, è nel mirino per l’incarico a Cozzolino, a novembre nominato nella cabina di regia sui fondi Pnrr della Città metropolitana.

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Intanto, l’eurodeputato si prepara alla battaglia giudiziaria. «Dopo aver avanzato formale richiesta in tal senso alle Autorità giudiziarie procedenti – spiega una nota dei legali Federico Conte, Dezio Ferraro e Dimitri De Beco – l’onorevole Andrea Cozzolino chiederà anche all’assemblea parlamentare cui appartiene di essere sentito per rispondere a tutte le domande e offrire tutte le informazioni e i chiarimenti utili all’accertamento dei fatti. L’onorevole Cozzolino non intende invocare l’immunità parlamentare per l’attività politica che ha svolto in maniera libera e trasparente, essendo del tutto estraneo ai fatti di reato per cui si procede».

Un Pd in fibrillazione, però, non vuole fare sconti sul Qatargate. «Noi sosterremo le richieste di autorizzazione alla rimozione dell’immunità di Cozzolino e Tarabella – spiega Brando Benifei, capodelegazione dem all’Europarlamento – sono gli stessi eurodeputati che hanno detto che vogliono essere ascoltati e quindi privati dell’immunità che mette uno schermo di fronte alle azioni di indagine». Insomma, la linea è chiara. «Noi – dichiara Benifei – voteremo a favore senza alcun dubbio».

È scattato, comunque, il timing dell’istruttoria parlamentare per Cozzolino e l’italo-belga Tarabella, altro esponente Pse. La presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, il 16 gennaio comunicherà l’iter all’inizio della Plenaria di Strasburgo. Dovrebbe attivarsi la procedura d’urgenza. Spetterà alla commissione Juri (competente per le questioni giuridiche) votare il sì alla revoca dell’immunità, che andrà ratificato dall’Aula. La pratica potrebbe chiudersi già alla mini-plenaria prevista ai primi di febbraio.

Se sembra scontato l’ok dell’autorizzazione a procedere, rimane cauto il sindaco Manfredi. Partendo dall’incarico istituzionale a Napoli: «Andrea Cozzolino è in un gruppo di lavoro dell’area metropolitana che non si è ancora insediato. Aspettiamo che si completi questa fase per capire la posizione di Cozzolino, fino ad allora il gruppo non si insedia. So che il Pd ha sospeso Cozzolino dal partito, ma io parto dal presupposto che aspettiamo che ci siano prove certe del suo coinvolgimento, vediamo». A incalzare Manfredi, da giorni, è il predecessore Luigi de Magistris. «La magistratura vuole indagare su eurodeputati Cozzolino e Tarabella ma – twitta l’ex primo cittadino – l’immunità parlamentare li protegge e il Parlamento Europeo la vuole revocare. Ma il Sindaco Manfredi non risponde e non revoca Cozzolino messo ai vertici della cabina di regia per i soldi pubblici per Napoli».

Sulla vicenda, interviene anche Bonaccini: Cozzolino «deve avere la responsabilità di andare a smentire le accuse che potrebbero arrivare – dice il governatore emiliano, candidato alla segreteria Pd -. C’è tutto il tempo e il modo per andare a dimostrare propria estraneità: male non fare, paura non avere. La destra digerisce queste cose un po’ meglio, la sinistra soffre».

A riprova del travaglio nel Pd, i possibili sviluppi dell’inchiesta. Le autorità greche hanno chiesto allo Stato di Panama informazioni su un conto intestato ad Eva Kaili, ex vice presidente dell’Eurocamera – arrestata in flagranza il 10 dicembre – e ai suoi genitori. Il deposito nel paradiso fiscale è presso la locale Bladex Bank. Secondo l’anti-riciclaggio ellenica, lì potrebbero essere confluiti venti milioni di euro, con provenienza Qatar. La circostanza potrebbe aprire un nuovo filone investigativo. La richiesta di Atene è in attesa di una risposta. Oltre a Kaili, in carcere a Bruxelles restano il compagno Francesco Giorgi, assistente di Cozzolino, l’ex eurodeputato Antonio Panzeri, dominus della ong “Fighting Impunity”, e Niccolò Figà-Talamanca, segretario di “No Peace Without Justice”, altra organizzazione non governativa. I reclusi sono in attesa delle udienze in programma tra il 17 e il 27 gennaio.

Il 16 gennaio, invece, la Corte d’appello di Brescia deve pronunciarsi sull’istanza di consegnare Silvia Panzeri, figlia di Antonio, all’autorità giudiziaria del Belgio. I giudici hanno considerato fondata la questione posta dai difensori della donna, con cui si evidenziano le condizioni critiche delle carceri belghe, e rimandato l’udienza in attesa di verifiche, tramite l’invito di una relazione di Bruxelles. La documentazione, però, non è arrivata. Silvia Panzeri è attualmente ai domiciliari, i difensori hanno avanzato richiesta di ritorno in libertà o, in subordine, di obbligo di firma. La decisione dei giudici giungerà entro i prossimi 5 giorni.

mercoledì, 4 Gennaio 2023 - 17:33
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