Scontri tra tifosi, l’inchiesta e la caccia alle immagini delle telecamere. Il ministro Abodi: «Non tifosi ma delinquenti»

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L’apertura dell’inchiesta è un passaggio scontato. Formalmente il fascicolo sarà aperto non appena in procura arriverà l’informativa della Digos. Roba di qualche ora. Poi il capo della procura di Arezzo Roberto Rossi disporrà il da farsi.

E’ ciò che segue agli scontri tra un gruppo di tifosi del Napoli e della Roma avvenuti nel pomeriggio nell’area di servizio di Badia al Pino Est sull’A1, la stessa area di servizio dove fu ferito a morte Gabriele Sandri, supporter della Lazio. Diversi i reati che gli investigatori stanno già ipotizzando nei confronti dei responsabili: dall’interruzione di pubblico servizio all’attentato alla sicurezza dei trasporti.

Quanto ai nomi dei primi indagati occorrerà attendere qualche giorno: gli investigatori stanno prendendo visione delle immagini delle telecamere di video-sorveglianza, poi cercheranno di incrociare i frame con dati a loro disposizione per dare un volto e un nome ai responsabili. Prende posizione, intanto, anche il ministro dello Sport e dei giovani Andrea Abodi: «C’è una differenza abissale tra i tifosi che vanno allo stadio, in casa o in trasferta, per cantare, abbracciarsi, gioire o soffrire per la propria squadra e i delinquenti che si scontrano in una stazione di servizio autostradale, creando problemi alle persone perbene. Non c’è cosa peggiore di definire tifosi quest’ultimi, non c’è errore più grande del fare di tutta l’erba un fascio. Nel 2023, paga chi sbaglia e mi auguro succeda anche per i teppisti che si sono scontrati oggi sull’A1».

domenica, 8 Gennaio 2023 - 20:22
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