Uccisi per degli incendi nei fienili di aziende bufaline, condannati 4 dei Casalesi: ergastolo a un imputato

Pistola Legittima Difesa

Quattro condanne, di cui una all’ergastolo, per un duplice omicidio commesso dal clan dei Casalesi nell’ottobre del 2003.

All’esito del processo con rito abbreviato, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Giuseppe Sepe ha disposto il carcere a vita per il ras Enrico Martinelli, mentre la pena di 20 anni è stata comminata a Vincenzo Schiavone alias Petillo, Pasquale Spierto e soprattutto Francesco Schiavone alias Cicciariello, cugino del capoclan omonimo Francesco Schiavone noto come “Sandokan”.

I quattro imputati sono stati ritenuti colpevoli del duplice omicidio di Domenico Apuzzo e Salvatore Natale, avvenuto nell’ottobre del 2003 nella frazione Brezza di Grazzanise (Caserta). Le due vittime – è emerso dal processo – furono trucidate a colpi di fucile a pallettoni e kalashnikov mentre stavano andando a lavorare in auto nei campi; la vettura dei sicari si affiancò alla loro e partì la pioggia di proiettili. Apuzzo e Natale, che erano cognati e avevano allora 33 e 40 anni, provarono a scappare, ma la loro fuga durò poco perché l’auto finì in un canale di scolo.

I due furono uccisi dal clan per punizione, in quanto ritenuti responsabili di alcuni incendi di natura dolosa divampati all’interno dei fienili di aziende bufaline della zona, tra cui quella del boss Martinelli. La loro esecuzione, è emerso, servì al clan a riaffermare la propria supremazia ed il proprio predominio sul territorio.

Durante il processo Spierto ed i due Schiavone hanno fatto delle ammissioni, ottenendo la concessione delle attenuanti generiche in misura equivalente alle aggravanti, e uno sconto di pena rispetto a Martinelli.

lunedì, 16 Gennaio 2023 - 22:29
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