Napoli, donna travolta davanti al ristorante e marito minacciato: 4 condanne, c’è anche il nipote del ras dei Contini

Cala la pasta ristorante
Il ristorante Cala la pasta in via Tribunali a Napoli

Tutti condannati. L’inchiesta sull’investimento della moglie del ristoratore di ‘Cala la Pasta’ in via dei Tribunali a Napoli si è conclusa in una sentenza di colpevolezza delle quattro persone sul banco degli imputati.

La terza sezione penale del Tribunale di Napoli ha inflitto 5 anni e 4 mesi di reclusione a Patrizio Bosti jr, nipote omonimo del ras del clan Contini, Gennaro Vitrone, Luigi Capuano e Giorgio Marasco. La Procura di Napoli aveva anche chiesto un risarcimento da due milioni di euro che il giudice ha rimesso al Tribunale Civile. Accordata invece una provvisionale da 20mila euro.

La sentenza è stata firmata dal giudice per le indagini preliminari Maria Luisa Miranda del Tribunale di Napoli ed è giunta a chiusura del processo che si è definito con la modalità del rito abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della pena.

I fatti contestati risalgono al 15 maggio dello scorso anno. Veronica Carrasco, 41 anni, era all’esterno del ristorante quando una moto, che procedeva ad alta velocità, la travolse. Il centauro non era riuscito a controllare il veicolo. Dopo l’incidente la persona alla guida della moto si diede alla fuga. Poco dopo giunsero sul posto persone che minacciarono i presenti, tra cui anche dei turisti argentini, per impedire che il conducente finisse nei guai.

Uno disse al marito della donna: «Ti veniamo a sparare dentro casa tua, sappiamo dove abiti, non denunciare altrimenti ti facciamo saltare in aria il ristorante». L’uomo, che aveva fatto anche delle riprese con il cellulare, non si fece intimorire e sporse denuncia, consentendo alla Squadra Mobile di Napoli di identificare i responsabili e arrestarli. Secondo la ricostruzione accusatoria, Gennaro Vitrone è colui che guidava la moto. Luigi Capuano, invece, è quello che minacciò il marito della vittima. La difesa degli imputati (nel collegio difensivo gli avvocati Domenico Dello Iacono, Beatrice Salegna e Elisabetta Valentino) aveva chiesto venisse verificato dal Comune di Napoli se il ristorante avesse o meno l’autorizzazione per l’occupazione del suolo pubblico. La vicenda suscitò l’indignazione dell’opinione pubblica e di numerosi politici.

mercoledì, 25 Gennaio 2023 - 15:54
© RIPRODUZIONE RISERVATA