Morta dopo le dimissioni dall’ospedale, la zia: «Aveva un dolore in petto. Ho detto di controllare, dicevano che ero apprensiva»

Angela Brandi
Angela Brandi
di maga

La voce è quasi un sussurro. «Vi chiedo di parlarne, non dimenticate la nostra storia. Per noi ma anche perché non accada più in futuro, perché nessun genitore deve provare questo». Domenico Brandi, raggiunto al telefono, trattiene a stento le lacrime.

Sua figlia Angela, 24 anni, è morta in circostanze sulle quali dovrà fare chiarezza la magistratura. Sabato 28 gennaio ci sarà l’autopsia, un pool di medici incaricati dalla procura dovrà spiegare cosa ha provocato la morte di Angela e se la giovane ha ricevuto le cure adeguate oppure no. Ci sono i primi indagati per omicidio colposo, si tratta di personale dell’ospedale di Pozzuoli (in provincia di Napoli) dove Angela si era recata al primo malore accusato e dal quale è stata dimessa poco dopo con una diagnosi non preoccupante. E’ un atto dovuto per consentire la partecipazione ad atti tecnici irripetibili come l’autopsia. Poi, a seguito delle valutazioni del medico legale, la procura deciderà se e come procedere.

«Vogliamo la verità. Noi abbiamo fiducia nella magistratura e in modo particolare in quella napoletana e sappiamo che daranno una risposta a quello che è il nostro diritto: sapere cosa è accaduto», dice Angela Vitale. Zia della 24enne, Angela Vitale è stata suo malgrado presente nelle ultime ore di vita della nipote. Era con lei in ospedale quando la giovane si è sentita male la prima volta ed era con lei quando ha avuto la ricaduta che poi le è costata la vita.

«Non si può morire come è morta Angela. Mia nipote era un uragano. Non ha mai avuto una febbre, un raffreddore. Forse l’ultima volta che si è ammalata aveva 7 anni», insiste, rimarcando le ottime condizioni di salute della 24enne. Perché nulla faceva pensare che martedì Angela Brandi morisse nel giro di qualche ora. E, invece, martedì è accaduto l’irreparabile. Nella famiglia Brandi è forte il sospetto che la tragedia sia colpa di un’assistenza medica non adeguata ricevuta dalla ragazza all’ospedale di Pozzuoli.

Angela stata lavorando in un panificio (dove era impiegata part-time) quando si è sentita male: «Ha cacciato sangue dalla bocca», spiega la zia. Il dato di lavoro l’ha immediatamente accompagnata in ospedale e la giovane, durante il tragitto, ha contattato la zia pregandola di raggiungerla. «Ci ho messo 5 minuti per arrivare, abito lì vicino. Angela era entrata, era già dentro. Io sono rimasta fuori perché non mi hanno fatto entrare», racconta.

Nonostante la distanza fisica, la zia della 24enne era però in contatto con la ragazza. «Ci sentivamo al telefono. Io le ho chiesto cosa avesse, cosa si sentiva e lei mi ha detto: ‘Io mi sento oppressione in petto, mi sento l’affanno’. A quel punto più volte sono andata dalla receptionist e ho sollecitato interventi mirati per Angela. Ho fatto presente che mia nipote mi aveva riferito dei dolori in petto, ma la persona alla reception mi ha risposto che l’aveva visitata l’otorino. Una scortesia unica nei modi», aggiunge. Angela Brandi dopo circa un’ora viene visitata dall’otorino e quindi dimessa.

«Le hanno detto che era una varice. Ma io ho chiesto al medico del pronto soccorso (diverso dall’otorino, ndr) mentre la stavano dimettendo. Ho chiesto perché la ragazza aveva il sangue dalla bocca, perché a lei non usciva il sangue dal naso ma dalla bocca – racconta la donna – E il medico ha detto che la varice era più indietro e quindi il sangue defluiva da dietro, dalla bocca. Gli ho detto che Angela aveva l’affanno ma lui diceva che questo problema di respirazione era dovuto al sangue e che io ero troppo apprensiva. Ovviamente questo medico non ha visitato mia nipote».

Nel frattempo la fuoriuscita di sangue si è arrestata in modo spontanea, Angela lascia l’ospedale insieme alla zia e si reca con lei e la cugina a fare spesa in un supermercato. E’ trascorsa quasi un’ora e mezza dalle dimissioni quando Angela Brandi si sente di nuovo male. «Stavamo fuori al supermercato, avevamo finito di fare spesa, quando all’improvviso mia nipote ha cacciato un sacco di sangue dalla bocca. Ci siamo messe subito in macchina per correre in ospedale. Le ho tenuto la mano, lei aveva paura. Mi ha detto: ‘Zia non respiro’. Ed è svenuta». In ospedale hanno provato a rianimarla ma non c’è stato niente da fare.

«Dopo due ore abbiamo saputo che mia nipote non c’era più. Questo non è giusto – dice Angela Vitale – Mia nipote era bella come il sole. Portava allegria. Noi vogliamo risposte. Non si può morire così».

giovedì, 26 Gennaio 2023 - 16:00
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