«L’informatica sta diventando paradossalmente un problema. Mentre tutti ci dicono che bisogna andare nella direzione della tecnologia, nella Corte d’Appello di Napoli siamo su certi fronti all’anno zero. Non abbiamo un solo funzionario informatico e questo è intollerabile in un paese civile».
Enrico Forgillo, presidente facente funzioni della Corte d’Appello di Napoli, ci va già duro nell’esaminare il capitolo tecnologia nel settore giustizia. L’assenza di competenze in un campo ormai vitale anche per l’amministrazione della giustizia rischia di fare da tappo alle attività di magistrati e personale di cancelleria, rallentando e penalizzando il lavoro.
Esempi di criticità già verificatesi non mancano e Forgillo, in occasione del suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a Castel Capuano, li elenca con lucida freddezza: «Tutti i magistrati e il personale amministrativo lamentano tempi di latenza nell’assistenza informatica assolutamente spropositati. Questi interventi richiesti si traducono in mesi di attesa senza sapere perché, mentre l’assistenza dovrebbe avvenire in 24 ore. I magistrati sono disperati. Spesso occorrono mesi solo per configurare driver di installazione per la tessera dei magistrati utile alla firma digitale».
A ciò si aggiunga l’incredibile assenza di funzionari informatici. «Abbiamo fatto delle sfide europee e dobbiamo essere pronti su questo versante a tutto tondo», ammonisce Forgillo. E, invece, allo stato la Giustizia si rivela – su alcuni fronti – poco attrezzata. «Bisogna investire a tutto tondo nella tecnologia. La più grande Corte d’Appello di Italia, quale è quella di Napoli, non ha un solo funzionario informatico e questo è intollerabile in un paese civile».
domenica, 29 Gennaio 2023 - 17:03
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