Ucciso a Napoli dal crollo di un pezzo di cornicione, il pm: in 30 a giudizio

Rosario Padolino
Rosario Padolino, il 66enne ucciso dal crollo di un cornicione in via Duomo

Trenta imputati. Trenta persone che potrebbero dover rendere conto, durante un dibattimento, della morte di un uomo di 66 anni a causa della cadutasi un pezzo di cornicione da un palazzo.

Ad aprile, dinanzi al giudice Ambra Cerabona, si aprirà l’udienza preliminare sulla morte di Rosario Padolino, il commerciante di via Duomo che ha preso la vita l’8 giugno del 2019. Quella mattina Rosario era all’interno del suo negozio, l’atelier ‘Coriandoli’ in via Duomo, quando decise di andare a prendere un caffé. Fece pochi passi quando un frammento di cornicione si staccò da un palazzo e gli piombò addosso, uccidendolo.

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Per la procura (fascicolo affidato dal pm Stella Castaldo) quell’incidente si sarebbe dovuto e potuto evitare: il cattivo stato di manutenzione era noto ai condomini, tanto è vero che furono riunioni specifiche sul punto e furono contattate anche ditte private per i lavori ma alla fine non se ne fece niente. Proprio questa inerzia è, per la procura, la causa principale della morte di Padolino.

Il pm ha trascinato sul banco degli imputati i due amministratori che si sono avvicendati, a partire dal 2013, e i 28 condomini proprietari: a tutti loro sono contestati i reati di omicidio colposo e mancata rimozione di un pericolo per la pubblica incolumità.

Nell’atto d’accusa il pm scrive: «Consapevoli del pericolo indicato anche all’ordine del giorno dell’assemblea convocata a partire dal 26 giugno 2014, avendo dato e preso atto delle gravi condizioni in cui si trovava il cornicione all’assemblea dell’8 gennaio 2015, assemblea in cui veniva deliberato l’affidamento di incarico per l’esecuzione dei lavori poi non eseguiti; quindi, limitandosi a far apporre nell’autunno del 2015 una rete di contenimento del cornicione; parliamo di un intervento provvisionale cautelativo cui non faceva seguito alcun intervento risolutivo definitivo, avrebbero omesso quindi di disporre interventi manutentivi contenitivi urgenti, ad esempio quelli indicati dalle ditte che erano state contratte e contattate nell’anno 2015».

La procura ha chiesto il rinvio a giudizio dei 30 imputati ed è pronta a reiterare la richiesta in Tribunale. Pronti a costituirsi parte civile i familiari di Rosario Padolino.

mercoledì, 1 Febbraio 2023 - 08:00
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