Caso Cospito, Nordio “scagiona” Donzelli: «Non ha violato segreti». L’anarchico fu già graziato nel ’91 da Cossiga

Alfredo Cospito
Alfredo Cospito

Sul caso Cospito e i leaks del deputato Donzelli la tensione non cala. Dopo lo scontro di ieri, tra Camera e Senato, oggi la replica in Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, dove si registra un “Aventino” di Pd e M5s. Per una parte della giornata, hanno disertato le sedute sul Milleproroghe. La protesta era contro il presidente della commissione, il senatore di FdI Alberto Balboni, che ieri in aula aveva rilanciato le accuse al Pd del deputato Donzelli. Ma un assist all’esponente di FdI arriva dal ministro Nordio, riguardo le presunte rivelazioni sugli incontri tra l’anarchico e alcuni mafiosi al 41 bis, e la visita in carcere di 4 deputati dem a Cospito, che da ottobre è in sciopero della fame e chiede l’abolizione di 41 bis ed ergastolo ostativo.


«La comparazione tra le dichiarazioni rilasciate dall’onorevole Giovanni Donzelli e la documentazione in atti – spiega una nota del guardasigilli – disvela che l’affermazione testuale dell’onorevole – ‘dai documenti che sono presenti al ministero della giustizia’ – è da riferirsi ad una scheda di sintesi del Nic non coperta da segreto. Non risultano apposizioni formali di segretezza e neppure ulteriori diverse classificazioni sulla scheda». Dunque, le accuse di Donzelli alla Camera, lanciate due giorni fa, per il ministro non violano la segretezza degli atti. Nordio informa di aver concluso «rapidamente la ricostruzione dei fatti richiesta dopo il dibattito parlamentare di ieri sul caso di Alfredo Cospito».

«Quanto al contenuto dei colloqui tra i detenuti Cospito ed altri, riferiti dall’ onorevole Donzelli – prosegue il ministro – non sono stati oggetto di un’attività di intercettazione ma frutto di mera attività di vigilanza amministrativa. In conclusione, la natura del documento non rileva e disvela contenuti sottoposti al segreto investigativo o rientranti nella disciplina degli atti classificati». Per altro «la rilevata apposizione della dicitura “limitata divulgazione”, presente sulla nota di trasmissione della scheda rappresenta una formulazione che esula dalla materia del segreto di Stato e dalle classifiche di segretezza, disciplinate dalla legge 124/07 e dai Dpcm di attuazione ed esclude che la trasmissione sia assimilabile ad un atto classificato, trattandosi di una mera prassi amministrativa interna in uso al Dap a partire dall’anno 2019, non disciplinata a livello di normazione primaria». Nordio aggiunge che «tutta la documentazione idonea a spiegare queste conclusioni sarà illustrata in dettaglio, quando le Camere riterranno opportuno». Le parole del guardasigilli sembrano non coincidere, per la verità, col tweet del senatore dem Enrico Borghi, membro del Copasir, organismo di cui Donzelli e vicepresidente.


«Il DAP ha risposto, in via formale – scrive l’esponente del Pd – precisando che le intercettazioni rese note in Parlamento da Donzelli sono “dati non divulgabili e non cedibili a terzi”. Donzelli e Delmastro hanno mentito al Paese. Nordio e Meloni, cosa aspettate ancora per farli dimettere?”. Così su Twitter il senatore del Pd Enrico Borghi, membro del Copasir. l DAP ha risposto, in via formale, precisando che le intercettazioni rese note in Parlamento da Donzelli sono “dati non divulgabili e non cedibili a terzi”. Donzelli e Delmastro hanno mentito al Paese. Nordio e Meloni, cosa aspettate ancora per farli dimettere?».

Intanto, sull’anarchico emergono dettagli del passato. Nel 1991, condannato per diserzione per non aver risposto alla chiamata alla leva, fu graziato dall’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga, dopo un’istanza del padre. Il caso è ricostruito in una sentenza della Corte Costituzionale che fu chiamata ad occuparsene. Anche all’epoca, Cospito – che si dichiarava obiettore di coscienza totale – iniziò uno sciopero della fame ad oltranza, per protestare contro la condanna.

Lo stesso tribunale militare di sorveglianza osservò che sul caso si era creata una spirale delle condanne, un’anomalia del sistema penale, auspicando l’accoglimento della domanda di grazia. Ma la vicenda, vagamente kafkiana, proseguì anche dopo il provvedimento di clemenza del Colle. Cospito sarebbe stato sottoposto a successive condanne, fino al momento del congedo assoluto, a 45 anni di età. Perciò il caso arrivò fino alla Consulta, che dichiarò l’illegittimità costituzionale della legge sull’obiezione di coscienza, nella parte in cui non prevedeva l’esonero dalla prestazione del servizio militare di leva per chi aveva espiato la pena della reclusione in misura complessivamente non inferiore a quella del servizio militare di leva.

Ma sulla vicenda è intervenuta la premier Meloni. «Serve chiarezza – dichiara a Dritto e rovescio su Rete4 – Cospito è un anarchico condannato per strage, perché ha sparato alle gambe di un dirigente di Ansaldo nucleare. Finisce al 41 bis perché inviava dal carcere messaggi in cui diceva agli anarchici di continuare la lotta. Dal 41 bis fa lo sciopero della fame perché rifiuta l’istituto, nel ’91 già decise di fare lo sciopero della fame e fu graziato, non stiamo quindi parlando di una vittima. Se io stabilissi il principio per cui chi sta al 41 bis fa lo sciopero della fame glielo revoco, quanti mafiosi farebbero lo sciopero delle fame?». Secondo Meloni, «Gli anarchici ora minacciano lo Stato, e come abbiamo sempre detto che lo Stato non tratta con la mafia, lo Stato non tratta con il terrorismo».

E un duro j’accuse arriva da Flavio Rossi Albertini, legale di Cospito. «Il ministro Nordio – sostiene – sembrava avere offerto una via d’uscita a gennaio e gli abbiamo sottoposto un’istanza argomentata arricchendola col recente apporto conoscitivo sulla vicenda ma poi ha detto che nessuno lo aveva coinvolto e che il suo compito è solo occuparsi della salute di Cospito». Il difensore dell’anarchico ritiene che, sul caso, «la politica si è incartata». Quanto al parere della Dna che sembra aprire spiragli per la revoca del 41 bis a Cospito, pafferma: «Ora la Dna sembra dire che si potrebbe anche non sottoporlo al 41 bis ma doveva dirlo a maggio, La Dna è il puparo della vicenda e qualcuno dovrebbe essere preso a calci nel sedere per non avere avuto una visione ‘lunga’ di quello che stava facendo a maggio».

Nel frattempo, le piazze sono sempre in fermento. Alla Sapienza di Roma, al termine dell’assemblea in solidarietà a Cospito, contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo, gli studenti hanno annunciato che occuperanno la facoltà.

giovedì, 2 Febbraio 2023 - 22:52
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