In una lettera al ‘Corriere della sera’, il premier blinda i fedelissimi, sotto il tiro delle opposizioni per i leaks sul caso Cospito. Giorgia Meloni spiega di “non essere intervenuta finora” sul caso per «non alimentare una polemica» che considera «per tutti, controproducente». Il tema riguarda le illazioni del deputato Donzelli, vicepresidente Copasir, sulla visita di 4 parlamentari del Pd dem all’anarchico in sciopero della fame contro il regime di detenzione 41bis, e la relazione che riferisce di colloqui tra Cospito e boss della criminalità organizzata poco prima dell’incontro con gli esponenti del Pd. Presunti fatti propalati dal sottosegretario alla giustizia, Andrea Delmastro.
Meloni chiede a tutti di riportare i toni al «livello di un confronto franco ma rispettoso». Tuttavia, non pensa «vi siano in alcun modo i presupposti per le dimissioni che qualcuno ha richiesto. Peraltro, le notizie contenute nella documentazione oggetto del contendere, che il ministero della Giustizia ha chiarito non essere oggetto di segreto, sono state addirittura anticipate da taluni media». Pur riconoscendo come «eccessive» le accuse mosse ai dem, il premier non rinuncia a contrattaccare: «Trovo singolare l’indignazione del Pd per un’accusa sicuramente eccessiva, quando però la sinistra in passato ha mosso alla sottoscritta, leader dell’opposizione, le accuse di ‘essere la mandante morale delle morti in mare’ o di guidare un ‘partito eversivo’, per citarne alcune – ricorda -. Senza dimenticare quando esponenti istituzionali gridavano tra gli applausi che avremmo dovuto ‘sputare sangue’».
Meloni si dichiara colpita «ancora più di quella visita», dal fatto che, «dopo aver preso atto, da quello che riporta la stampa sulla vicenda, dei rapporti tra Alfredo Cospito e i boss mafiosi in regime di carcere duro, e ben sapendo quanto alla mafia convenga mettere in discussione il 41bis, autorevolissimi esponenti del Pd abbiano continuato a chiedere la revoca dell’istituto per Cospito, fingendo di non comprendere le implicazioni che tale scelta avrebbe avuto soprattutto in termini di lotta alla criminalita’ organizzata». Il Pd è furente per le parole del premier. In una nota firmata da Enrico Letta e dalle due capigruppo Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, accusa Meloni di aver «parlato da capo di partito e non da presidente del Consiglio».
sabato, 4 Febbraio 2023 - 20:02
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