Apocalisse in Turchia e in Siria, almeno 3mila i morti. I soccorritori: «Urla da sotto le macerie, ci sono i nostri cari lì sotto»

Un papà stringe il corpo senza vita della figlia

Palazzi che si sbriciolano come castelli di sabbia. Persone che, pur di salvarsi, si lanciano dai balconi mentre il pavimento e le mura franano sotto i loro occhi e i loro piedi. E poi le urla. La morte. La disperazione. E, per chi ce l’ha fatta, la consapevolezza di trovarsi di fronte a un’immane tragedia e di non sapere come andrà a finire.

Con il passare delle ore le notizie e le immagini che arrivano dalla Turchia meridionale e dalla Siria settentrionale raccontano la consumazione di una strage. Il devastante terremoto che stamattina, ora locale 4.16, si è abbattuto sui due paesi si sta rivelando una carneficina. I bilanci, provvisori, stimano oltre 3mila morti complessivi dei due paesi. Le autorità turche hanno riferito che almeno 1.762 persone hanno perso la vita nel sisma di magnitudo 7.8. In Siria sono invece quasi 1.300, secondo il ministero della Salute e i soccorritori. Al momento il totale fra i due Paesi supera quindi 3.000 vittime.

Il bilancio è quello dell’apocalisse. Perché è un’apocalisse quella che nel cuore della notte si è abbattuta sui popoli turco e siriano. Chi è riuscito a non farsi risucchiare dalle macerie si è ritrovato in strada, sotto la pioggia e la neve, con i pigiami addosso. I bimbi coperti alla meno peggio. E tutto intorno la devastazione. A Gaziantep i pazienti di un ospedale si sono messi in salvo aggrappandosi” l’un l’altro per aiutarsi”, sotto la pioggia, in pigiama e con le infradito, ha raccontato un uomo. “Non ricordo nemmeno come ho tolto la flebo dal mio braccio per fuggire”, dice alla Bbc Gokce Bay, che domenica ha subito un trapianto di rene. Le immagini che rimbalzano sui tg nazionali mostrano le lacrime di dolore di un padre che, piegato sulle ginocchia, stringe il corpocino della figlia, ormai senza vita, avvolta in un copertina rossa. E, poi, ancora la corsa di un soccoritore all’interno di un’ambulanza per prestare tutte le prime cure a una bimba dai capelli ricci appena riemersa dalle macerie. Ed è tra le macerie che si scava a mani nude. «Arrivano grida dalle macerie. Stiamo scavando da stanotte. Lì sotto ci sono i nostri parenti», dice uno dei soccorritori.

Le autorità temono che i morti saranno molti di più. Centinaia di famiglie sono rimaste intrappolate fra le macerie, hanno riferito i cosiddetti Caschi Bianchi, organizzazione di emergenza dell’opposizione. In Turchia un ospedale è crollato nella città costiera mediterranea di Iskenderun, ma al momento non si ha notizie delle vittime in questo crollo, ha dichiarato il vicepresidente della Turchia, Fuat Oktay. Da far venire i brividi la previsione dell’Oms: «C’è un potenziale di ulteriori crolli e numeri otto volte superiori ai numeri iniziali», ha detto Catherine Smallwood, responsabile delle emergenze dell’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità.

A conti fatti per l’Oms il numero delle vittime potrebbe essere otto volte di più degli oltre duemila morti riportati dai bilanci provvisori.
Intanto, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha annunciato sette giorni di lutto nazionale per le vittime del sisma. «A causa dei terremoti avvenuti nel nostro Paese il 6 febbraio 2023 e’ stato dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni. La nostra bandiera sarà issata a mezz’asta fino al tramonto di domenica 12 febbraio 2023, in tutte le rappresentanze del nostro Paese e all’estero», ha affermato Erdogan in una nota.

lunedì, 6 Febbraio 2023 - 21:45
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