Qatargate, arrestato l’eurodeputato Andrea Cozzolino del Pd


Qatargate, notificato all’europarlamentare Andrea Cozzolino il mandato di arresto europeo, emesso dalla procura federale belga.

La notizia si apprende dai difensori dell’esponente del Pd, in un primo momento non trovato dalla Guardia di finanza, recatasi nell’abitazione del politico a Napoli. La notifica è avvenuta in una clinica di Napoli, dove l’eurodeputato si trovava per accertamenti, e dalla quale poi è stato dimesso. Poi è stato condotto nel carcere di Poggioreale, in attesa dell’udienza di convalida, prevista lunedì.

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Cozzolino è sospettato di essere coinvolto nello scandalo della presunta corruzione all’Europarlamento. Lui si è sempre proclamato estraneo ai fatti, pur dando l’assenso alla revoca dell’immunità, e dicendosi pronto ad essere interrogato.

Intanto,  il sindaco della Città Metropolitana di Napoli, Gaetano Manfredi, annuncia «la revoca immediata della nomina» di Cozzolino, componente della cabina di regia . Così il sindaco metropolitano di Napoli Gaetano Manfredi sul monitoraggio della spesa dei fondi europei. Un organismo, chiosa Manfredi, mai insediato e che «non ha svolto alcuna attività». La decisione è stata deliberata «a seguito dell’evoluzione della relativa vicenda giudiziaria».

LA PROCURA BELGA: “A COZZOLINO SOLDI E REGALI DAL MAROCCO”

Nelle carte della Procura belga, relative al mandato di arresto, le accuse a Cozzolino. «Dagli elementi raccolti dai servizi segreti del Belgio appare – si legge – che anche Andrea Cozzolino, insieme ad Antonio Panzeri e Francesco Giorgi, abbia ricevuto direttamente dei fondi dal signor Atmoun», l’ambasciatore del Marocco in Polonia. Il diplomatico, peraltro «lavorerebbe a stretto contatto con i servizi di intelligence marocchini».

L’inchiesta ruota intorno ad «una presunta corruzione attraverso la rimessa di denaro contante dal Marocco allo scopo di ottenere, tramite presunte ingerenze, decisioni a livello parlamentare che sarebbero favorevoli al Marocco – afferma il provvedimento -. Gli elementi del dossier sembrerebbero indicare che lo sponsor di queste ingerenze sarebbe lo Stato del Marocco. Il gruppo in carica sembrerebbe pilotato da un ufficiale del servizio di intelligence (…) del Dged (servizi segreti esteri, ndr) di stanza a Rabat. Si tratterebbe di Mohamed Belharace, che avrebbe agito attraverso un diplomatico cooptato (un individuo prescelto, reclutato per un servizio di intelligence)», cioè Atmoun. Con lui, Cozzolino avrebbe tenuto «contatti diretti».

Il procuratore belga Michel Claise rammenta le cariche ricoperte dal politico napoletano all’Eurocamera: presidente della delegazione per le relazioni con i paesi del Maghreb e l’unione del Maghreb arabo, co presidente della Commissione parlamentare mista Marocco-Ue, membro della commissione speciale sul sistema Pegasus, il software creato dalla società israeliana Nso, finito nel mirino per attività di spionaggio di massa. Il 1 giugno 2022, durante un incontro a Varsavia tra Cozzolino e l’ambasciatore marocchino, l’eurodeputato avrebbe ricevuto anche «un’onorificenza e una cravatta e avrebbe discusso la linea da seguire alla commissione mista Ue-Marocco del Pe».

Agli atti, anche un altro incontro, che sarebbe avvenuto un anno prima del viaggio in Polonia. «Durante un soggiorno a Bruxelles (03/06/2021) – scrive la magistratura belga -, il signor Atmoun sarebbe andato anche nell’appartamento del signor Cozzolino. In questa occasione avrebbe chiesto di parlare urgentemente con il ministro degli affari esteri marocchino che gli avrebbe affidato una missione relativa alle persone presenti nell’appartamento. Dagli elementi raccolti, sembra che Panzeri (presidente della Ong Fight Impunity, ex europarlamentare al centro delle indagini, oggi pentito, ndr), Giorgi (assistente di Cozzolino, ndr) e Cozzolino avrebbero ricevuto fondi direttamente dal sig. Atomoun».

venerdì, 10 Febbraio 2023 - 20:11
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