Cozzolino, da ex delfino di Bassolino allo scandalo Qatargate: una vita a sinistra prima dell’indagine


Una vita tutta a sinistra, partendo da quella giovanile, per approdare alle sponde del riformismo in salsa Pd. Andrea Cozzolino – arrestato ieri nell’ambito dell’inchiesta Qatargate sull’Europarlamento – è in politica da quando aveva i calzoni corti. Una passione a cui ha dedicato l’intera vita, sempre nello stesso partito, nel quale ha attraversato le diverse ere geologiche. Nato a Napoli 60 anni fa, origini familiari ad Ercolano, studi classici al liceo di Torre del Greco, è tra i fondatori dell’associazione degli studenti anti camorra a fine anni settanta. Segretario della Federazione napoletana Figc, i giovani del Pci, dal 1983 al 1986.

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All’inizio degli anni ’90, partecipa da dirigente del Pci alla svolta della Bolognina di Achille Occhetto, aderendo al Partito Democratico della Sinistra, e nel 1998 ai Democratici di Sinistra di Massimo D’Alema. Dal 1994 al 2000 è segretario della Federazione di Napoli del Pds prima, e Ds poi. Pupillo dell’ex governatore Antonio Bassolino, si candida alle elezioni regionali in Campania del 2000 con i Ds, centrando l’elezione. Viene poi rieletto alle elezioni regionali del 2005, e diventa assessore con deleghe all’Agricoltura e alle Attività Produttive, nella seconda giunta Bassolino. Dal governatore, del quale a lungo è considerato il delfino, si allontanerà in seguito, cercando di costruire una leadership autonoma.

Nel 2007 nasce il Pd, e alle primarie del 14 ottobre Cozzolino è eletto all’assemblea costituente nazionale del partito. Nel 2009 prova il salto all’Europarlamento, e gli riesce, con 81.328 preferenze. Ma l’Europa non gli fa dimenticare Napoli, dove accarezza l’idea di candidarsi a sindaco. Nel 2011 è in pista alle primarie del centro-sinistra: il 23 gennaio 2011 vince la consultazione con il 37,3% delle preferenze (16.358), principalmente raccolti tra Secondigliano e Miano. Ma contro il risultato viene presentato un ricorso ai garanti da parte degli altri contendenti (Umberto Ranieri, Libero Mancuso e Nicola Oddati). Le primarie vengono poi annullate, a seguito delle denunce di presunti brogli e indagini della Dda per infiltrazioni camorristiche del clan Lo Russo. Alla fine, il candidato sindaco sarà il prefetto Mario Morcone, proposto dal commissario provinciale del Pd, Andrea Orlando.

Cozzolino, sposato con Anna Normale e padre di tre figli, intanto mette radici in Europa. Nel 2014 bissa l’elezione all’Eurocamera: l’assemblea lo elegge vicepresidente della Commissione parlamentare per lo sviluppo regionale. Un anno dopo ritenta la scalata nella sua terra, stavolta puntando alla Regione. In rampa di lancio alle primarie, subisce però un ko ad opera di Vincenzo De Luca, vincitore col 52%. Alle elezioni europee del 2019 viene rieletto per la terza volta col Pd, entrando a far parte della sottocommissione per i diritti umani e della delegazione del Parlamento per i rapporti con i paesi del Maghreb e l’Unione del Maghreb arabo.

Il 22 novembre scorso, quando il Parlamento Europeo vota a favore del riconoscimento della Federazione Russa come stato che sostiene il terrorismo a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, Cozzolino è uno dei quattro parlamentari italiani a esprimersi contro la mozione. Siamo alla vigilia dello scandalo Qatargate, una valanga sul Pse. Il 16 dicembre la Commissione Nazionale di Garanzia del Pd delibera di “sospendere cautelativamente l’onorevole Andrea Cozzolino dall’Albo degli iscritti e degli elettori del Pd, nonché da tutti gli organismi del partito di cui dovesse eventualmente essere parte. E ciò fino alla chiusura delle indagini in corso da parte della magistratura.

Dopo l’annuncio del Capo Delegazione del Pd al Parlamento Europeo, Brando Benifei, del voto del partito a favore della revoca dell’immunità degli eurodeputati Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, richiesta dalla Procura europea belga e fortemente supportata dalla Presidente Roberta Metsola. L’eurodeputato napoletano, attraverso i suoi avvocati, aveva già reso noto che era a disposizione dei pm e disposto a rinunciare all’immunità. Il 12 gennaio 2023 si dimette dai propri incarichi in commissione e, coerentemente a quanto annunciato, vota a favore della revoca dell’immunità per sé e per Tarabella, deliberata dal Parlamento Europeo il 2 febbraio scorso. Il 10 febbraio la Guardia di finanza esegue nei suoi confronti un mandato di arresto europeo. Passa la prima notte in carcere, a Poggioreale, poi la Corte d’appello lo spedisce ai domiciliari.

sabato, 11 Febbraio 2023 - 18:37
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