Qatargate, lotta per l’estradizione di Cozzolino: la difesa reclama tutti gli atti, battaglia nell’udienza in Corte d’Appello

Andrea Cozzolino
Andrea Cozzolino
di maga

I primi due giorni di arresti domiciliari sono scivolati via in famiglia, tra l’affetto di moglie e figli. Nessuna commissione di necessità, quella che pure potrebbe compiere su autorizzazione dell’autorità giudiziaria in due precise fasce orarie (ciascuna lunga 60 minuti).

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Andrea Cozzolino, l’europarlamentare del Pd al terzo mandato travolto dallo scandalo del Qatargate, attende dalla sua abitazione al Vomero (quartiere di Napoli) la nuova udienza dinanzi ai giudici della ottava sezione della Corte d’Appello di Napoli: domani, 14 febbraio, si apre la partita per l’estradizione.

Il Belgio reclama Cozzolino, così come accaduto per gli altri indagati eccellenti, ma Cozzolino – attraverso i suoi legali – ha già opposto il suo fermo ‘no’. Adesso arriva il momento di argomentare e di confrontarsi sulle carte, quelle che la difesa, rappresentata dagli avvocati Dezio Ferraro e Federico Conte, è pronta a reclamare.

Nell’udienza che si terrà domani i legali dell’europarlamentare chiederanno infatti di accedere a tutti gli atti a sostegno dell’accusa di Cozzolino, alla luce del fatto che ad oggi la difesa ha ottenuto solo poche informazioni ufficiali e tante indiscrezioni a mezzo stampa. E’ verosimile, dunque, che l’udienza di domani sarà puramente di traghettamento verso la discussione vera e propria. Discussione che, è facile immaginare, si concentrerà sul merito delle accuse ed, eventualmente, su questioni di carattere procedurale.

Secondo gli inquirenti, Cozzolino, dal primo gennaio 2018 al 15 luglio 2022, in qualità di componente del Parlamento Europeo, presidente dal 2019 della Delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb e co-presidente della Commissione Parlamentare Congiunta Euro-Marocchina, nonché nella veste di componente della commissione speciale Pegasus, in concorso e in associazione con Panzeri, Giorgi, Kaili, Tarabella e Arena, avrebbe «indebitamente ricevuto, per conto del Governo del Marocco, verosimilmente da tale Atomun, danaro per esercitare le sue funzioni parlamentari europee in modo da favorire gli interessi del Marocco all’interno del Parlamento Europeo».

lunedì, 13 Febbraio 2023 - 18:37
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