Protestano sei sigle sindacali, e sullo sfondo del presidio si delinea un caso Campania nella condizione degli agenti penitenziari, all’interno delle carceri. Fuori all’istituto napoletano di Poggioreale, denunciano continue «aggressioni» contro il personale, e rapporti tesi con il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria.
Nel corso della manifestazione, il provveditore Lucia Castellano ha incontrato il segretario nazionale della Cisl-Fns (Raimondo Inganni), il segretario generale aggiunto Sinappe (Luigi Vargas) e il presidente dell’Uspp (Giuseppe Moretti), con i segretari regionali di Sinappe (Pasquale Gallo), Uil (Domenico De Benedictis) , Uspp (Ciro Auricchio), Cisl ( Lorenza Sorrentino), Cgil (Orlando Scocca e Salvatore Tinto), e Cnpp (Aniello Napoletano). All’uscita, però, i volti dei sindacalisti non sembravano soddisfatti.
«In Campania ci sono livelli intollerabili di carichi di lavoro e – dice Moretti – sopratutto aggressioni e violenze contro i poliziotti penitenziari, una generale illegalità all’interno delle strutture dovuta a una assoluta evanescenza dei provvedimenti, anche di carattere amministrativo adottati dall’amministrazione penitenziaria». E inoltre «la sanità penitenziaria, di competenza della Regione, non funziona, abbiamo un apporto di medici e infermieri che non soddisfa le esigenze reali, soprattutto per i detenuti con patologie psichiatriche, che se allocati in sezioni ordinarie o non adeguate al loro trattamento determinano problemi, come le aggressioni. Rivendichiamo una dotazione organica maggiore». Vargas sottolinea una «criticità allarmante».
Tinto rincara la dose: all’amministrazione «stanno friggendo il pesce con l’acqua, le loro, finora, sono state solo dichiarazioni di intenti, peraltro molto generiche, ma soprattutto non è emersa la volontà di voler ripristinare le relazioni sindacali. Non dimentichiamo che gli agenti penitenziari rappresentano lo Stato, e se si indebolisce la loro figura si indebolisce lo Stato, a vantaggio della criminalità, cioè di chi tifa per il rafforzamento del potere dei detenuti a discapito della polizia penitenziaria».
In questa protesta «si è verificata – osserva Sorrentino – una cosa non comune, hanno manifestato sei sigle sindacali. Questo è sintomatico di una situazione, al di là delle rivendicazioni: il personale di polizia penitenziaria è allo stremo e perciò stiamo lanciando un grido d’allarme. E le rassicurazioni, al momento, non sono tangibili». E riallacciandosi alle polemiche nazionali, Inganni avverte: «Il 41 bis deve essere conservato, è nato per contrastare la criminalità e quindi non può essere allentato. Altrimenti potrebbe esserci un effetto boomerang che va evitato». Anche perché «la criminalità organizzata può fomentare le aggressioni che si verificano, può avere interesse a ciò, se ci sono aggressioni si crea una frattura tra il personale che garantisce il proprio compito istituzionale e l’utenza detentiva che si sente impunita, creando una serie di cortocircuiti negativi». In regioni come la Campania più che altrove.
martedì, 21 Febbraio 2023 - 09:46
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