Avvocati Napoli, ‘Per l’avvocatura’ accusa: «Minoranza esclusa ab origine. Staffetta alla presidenza fuori dalle regole»

Toghe
di maga

Non è stato un voto (di astensione) contro la persona, ma contro un metodo ritenuto non aperto al «democratico confronto». Il giorno dopo l’elezione dell’avvocato Immacolata “Titti” Troianiello, componente di ‘Liberi e Coesi’, a presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli (prima volta di una donna nella storia del parlamentino forense partenopeo), le tensioni nella nuova giunta – composta da 25 consiglieri – restano per palpabili.

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La lista di opposizione ‘Per l’avvocatura’, ad eccezione del suo componente Loredana Capocceli, non ha appoggiato la scelta di ‘Liberi e Coesi’, sostenuta anche da 3 esterni al gruppo, di incoronare presidente Troianiello (la più votata a queste elezioni) ed ha spiegato le proprie ragioni in un documento messo a verbale.

«Nulla contro la Persona, la Professionista, l’Avvocato e la Donna, la cui storia e il cui impegno merita considerazione e rispetto», puntualizzano subito i componenti di ‘Per l’Avvocatura’ guidati dall’avvocato Alfredo Sorge. Ciò che ha spinto il gruppo (tranne Capocelli) ad astenersi è stato «il metodo, la forma e i tempi cui si giunti a questa candidatura», perché – è la convinzione – ‘Liberi e Coesi’ ha mostrato «un sostanziale disinteresse a coinvolgere una parte degli eletti ed invero dell’elettorato attivo da ogni interlocuzione afferente all’Ufficio di presidenza», dando modo di pensare che i «consiglieri minori, nella vostra considerazione, devono essere esclusi ab origine».

‘Per l’avvocatura’ contesta anche la possibilità valutata da ‘Liberi e Coesi’ di dare vita a una staffetta alla presidenza: a metà mandato si prevede il passaggio di testimone tra Troianiello e Dina Cavalli, la terza più eletta nelle elezioni e pure lei espressione di ‘Liberi e Coesi’. «Tanto l’ipotesi dell’avvicendamento biennale che quella della terza vicepresidenza – scrive nel documento ‘Per l’Avvocatura’ – sono non soltanto fattispecie non consentite dalle norme di legge e di regolamento, ma anche di fatti che contravvengono i principi generale e precisi doveri deontologici in tema di dignità, decoro e probità della professione nonché di autonomia ed indipendenza del Consiglio e del consigliere».

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sabato, 25 Febbraio 2023 - 17:04
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