Qualcuno ha collaborato, aiutando la polizia a mettere dei punti fermi a quella lite scoppiata per assurde ragioni. Ma in molti hanno preferito tacere.
Il capo della Squadra Mobile Alfredo Fabbrocini cerca di parlare alle coscienze sopite e, forse spaventate, di chi vive in una città divisa tra bene e male, bene e male che troppo spesso vengono in contatto e collidono con il male che prende il sopravvento.
«Come sempre accade ci sono state testimonianze determinanti, ma c’è stata anche molta omertà. Quando muore un ragazzo di 19 anni c’è l’obbligo morale anche per il criminale di raccontare quello che è successo. Ma non tutti hanno avuto questa accortezza», dice Fabbrocini che in Questura, alla presenza della stampa, fa il punto sulle indagini relative all’omicidio del 18enne di Pianura Francesco Pio Maimone, ammazzato per errore mentre stava mangiando noccioline seduto al tavolino di uno chalet a Mergellina. Per l’omicidio è indagato il 19enne di Barra Francesco Pio Valda, arrestato ieri sera: la polizia lo ha trovato in casa di un parente a Ponticelli. Valda, figlio di quel Ciro legato ai Cuccaro ammazzato sotto casa nel gennaio 2013, deve fare i conti anche con l’aggravante della matrice camorristica contestatagli nel decreto di firma spiccato dal pm della Dda Antonella Fratello.

I poliziotti sono risaliti a Valda grazie a «testimonianze determinanti» che, a quanto pare, sono arrivate anche da persone vicino a Valda stesso. «Hanno collaborato alcuni amici della vittima, alcuni amici dell’autore», dice Fabbrocini. In questo modo è stato possibile definire lo scenario che ha dato origine agli spari tra la folla. Fuori a quello chalet due gruppi di giovani, uno del rione Traiano e l’altro di Barra-San Giovanni, si sono ‘scontrati’ perché qualcuno, per un fatto del tutto accidentale, ha sporcato la scarpa a un altro. Non si sa se rovesciando un cocktail o pestando il piede. Ad ogni modo, banalità. Banalità che però hanno fatto scoppiare l’inferno. In pochi istanti si è accesa la contesa, e si sono uditi gli spari.
Tutte le notizie sull’omicidio di Francesco Pio Maimone
«La videosorveglianza non ci permette di vedere l’esplosione colpi d’arma da fuoco. Non è ancora chiaro se abbia prima sparato in aria e poi tra la folla, stiamo lavorando per accertarlo», continua Fabbrocini. Fatto sta che uno dei proiettili esplosi presumibilmente con un revolver (l’arma non è stata trovata) colpisce Maimone che se ne sta seduto a un tavolino. Drammatico il racconto dell’amico Carlo: «Siamo scesi normalmente come facevamo ogni domenica, come persone normali. Eravamo seduti a tavolino, stavamo mangiando le noccioline. Poi c’è stata una sparatoria, qualche litigio dietro di noi, un ragazzo che non conoscevamo. L’hanno colpito, io pensavo che era svenuto. Mi ha chiamato: ‘Carlo, Carlo’. Non ha parlato più. Ha tirato la lingua da fuori, ha chiuso gli occhi. Quando ho alzato la maglietta c’era un buco piccolino. E’ morto in braccio a me…. Non ci credo. Pare un film».
Le indagini, intanto, proseguono per riempire alcune caselle vuote. Va capito chi ha aiutato Valda a lasciare la scena del crimine. «Qualcuno lo ha caricato in macchina e i due si sono allontanati», dice Fabbrocini. In seconda battuta va trovata la pistola che ha ucciso Maimone, spezzando i sogni di questo ragazzo di aprire una rosticceria tutta sua, sogno per il quale il 18enne stava mettendo soldi da parte lavorando nella pizzeria del cognato.
Quanto all’indagato, si attende la fissazione dell’udienza di convalida del fermo. Il 19enne, difeso dall’avvocato Antonio Iavarone, potrà dire la sua su quanto accaduto nella notte tra domenica e lunedì.
mercoledì, 22 Marzo 2023 - 13:23
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