Schiaffo all’Italia dalla Cassazione francese, estradizione negata per 10 ex terroristi rossi. Nordio: «Fatto il possibile»


Schiaffo della Cassazione francese all’Italia: la Corte ha confermato oggi il rifiuto di estradare dieci ex terroristi rossi italiani, che vivono in Francia da decenni, per i quali l’Italia richiedeva la consegna, in quanto condannati in via definitiva per atti terroristici durante gli anni di piombo. La Cassazione d’oltralpe ha quindi validato definitivamente la decisione della Corte d’appello di Parigi, che nel giugno 2022 si era opposta alla consegna di queste persone all’Italia affermando che va rispettato il loro diritto alla vita privata e familiare così come il loro diritto a un processo equo.

L’estradizione è stata chiesta per Roberta Cappelli (condannata all’ergastolo per gli omicidi del generale dei carabinieri Enrico Galvaligi , dell’agente di polizia Michele Granato e del vice questore Sebastiano Vinci), Marina Petrella (condanna per l’omicidio del generale Galvaligi, oltre che per il sequestro del giudice Giovanni D’Urso e dell’assessore regionale della Democrazia Cristiana Ciro Cirillo), Giorgio Pietrostefani (mandante dell’omicidio del commissario di Polizia Luigi Calabresi), Enzo Calvitti (condannato in contumacia a 18 anni di carcere per associazione a scopi terroristici e banda armata), Narciso Manenti (condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri, ucciso davanti al figlio 14enne), Giovanni Alimonti (condanna per il tentato sequestro del vicecapo della Digos di Roma, Nicola Simone), Sergio Tornaghi (condanna all’ergastolo per l’omicidio di Renato Briano, direttore generale della ‘Ercole Marelli’), Maurizio Di Marzio (condanna per l’attentato contro il dirigente dell’Ufficio provinciale di collocamento di Roma, Enzo Retrosi ed il tentato sequestro del vicecapo della Digos di Roma, Nicola Simone), Raffaele Ventura (condannato a 20 anni di carcere per concorso morale nell’omicidio del vicebrigadiere Antonio Custra, durante una manifestazione della sinistra extraparlamentare a Milano nel 1977)  e Luigi Bergamin (condanna a 16 anni e 11 mesi di reclusione come ideatore dell’omicidio del maresciallo Antonio Santoro, capo degli agenti di polizia penitenziaria ucciso a Udine nel 1978 da Cesare Battisti).

Gli ex terroristi hanno un’età compresa tra 61 e 79 anni. Tutti hanno ricostruito la loro vita in Francia da 30 o 40 anni, e credevano di essere protetti dalla dottrina Mitterrand. Il presidente socialista, all’Eliseo tra il 1981 e il 1995, si era impegnato a non estradare ex attivisti che avevano rotto con il loro passato. Furono tutti arrestati, nell’aprile 2021, nell’ambito dell’operazione ‘Ombre rosse’, che sancì la fine della Dottrina Mitterand, in nome di una collaborazione Italia-Francia. Ma già qualche giorno dopo, gli ex terroristi furono rimessi in libertà. «La Corte di Cassazione – si legge nel dispositivo – respinge i ricorsi presentati dal procuratore generale presso la Corte d’Appello di Parigi contro le decisioni della Corte d’Appello, ritenendo che i motivi addotti dai giudici, che discendono dal loro apprezzamento sovrano, sono sufficienti. Il parere sfavorevole sulle richieste sfavorevoli alle richieste di estradizione è, in considerazione di ciò, definitivo».

Sulla decisione, il ministro della giustizia, Carlo Nordio, afferma in una nota di prendere «atto della decisione della Corte di Cassazione francese, che in piena autonomia ha deciso di negare l’estradizione in Italia di 10 ex terroristi condannati in via definitiva per gravissimi reati compiuti negli anni di piombo. L’Italia ha fatto tutto quanto in suo potere, perché fosse rimosso l’ostacolo politico che per decenni ha impedito alla magistratura francese di valutare le nostre richieste». Nordio ricorda di aver «già avuto modo di ringraziare di persona, nel nostro primo incontro, il collega Eric Dupond-Moretti per essere stato al fianco dell’Italia e per la sua costante attenzione nei confronti delle nostre richieste. Con lui ho avuto anche un colloquio telefonico. Il Ministro Dupond-Moretti ha compreso il nostro bisogno di verità e giustizia e, dando corso alle nostre domande di estradizione, ha testimoniato la piena fiducia del Governo francese nella nostra magistratura, che ha giudicato gli imputati degli anni di piombo sempre nel rispetto di tutte le garanzie». «Ho vissuto da pubblico ministero in prima persona quegli anni drammatici e oggi – aggiunge il guardasigilli – il mio primo commosso pensiero non può che essere rivolto a tutte le vittime di quella sanguinosa stagione e ai loro familiari, che hanno atteso per anni, insieme all’intero Paese, una risposta dalla giustizia francese. Faccio pertanto mie le parole di Mario Calabresi, figlio del commissario ucciso 51 anni fa, nella speranza che chi allora non esitò ad uccidere ora “senta il bisogno di fare i conti con le proprie responsabilità e abbia il coraggio di contribuire alla verità».

martedì, 28 Marzo 2023 - 16:50
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