Seconda faida di Scampia, il ras Vincenzo Di Lauro perde la libertà: arrestato per omicidio. Sedici indagati per 8 delitti

vincenzo di lauro
Vincenzo Di Lauro arrestato dai carabinieri
di Manuela Galletta

Quando i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno bussato alla porta di casa sua, Vincenzo Di Lauro non ha battuto ciglio. Ha aperto e, senza opporre resistenza, s’è lasciato portare via verso il carcere.

E’ lui, secondogenito del boss (detenuto da un pezzo) Paolo Di Lauro detto ‘Ciruzzo o milionario’, l’arrestato eccellente dell’ultima inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli che ha ad oggetto la cosiddetta seconda faida di Scampia, quella che – vedendo sempre contrapposti i Di Lauro e gli Amato-Pagano – fu caratterizzata dalla ‘giravolta’ della Vanella Grassi, passati con gli scissionisti dopo aver affiancato i Di Lauro nel primo conflitto.

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Ricucendo le dichiarazioni rese da numerosi collaboratori di giustizia, un tempo militanti nei diversi schieramenti in lotta, i magistrati inquirenti hanno chiesto ed ottenuto dal giudice per le indagini preliminari Linda D’Ancona del Tribunale di Napoli Napoli un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 16 indagati, contestando a vario titolo sette agguati di camorra che provocarono otto morti. Gli omicidi si sono consumati nell’arco di un anno, tra il 2007 e il 2008. Colpiti dal provvedimento restrittivo 5 esponenti del clan Di Lauro, due idella Vanella Grassi e 8 degli Amato-Pagano. Di questi 16 indagati ben 14 sono già detenuti, tra questi ci sono l’ormai ex primula rossa di Secondigliano, il ras Marco Di Lauro (fratello di Vincenzo), che fu arrestato il 2 marzo del 2019 dopo quasi 15 anni di latitanza, nonché gli esponenti di vertice degli Amato-Pagano, ossia Raffaele Amato e Cesare Pagano. Di Lauro è attualmente detenuto in regime di 41bis.

In carcere, adesso, finisce pure Vincenzo Di Lauro, che era libero da un pezzo: nel dicembre 2014 ha terminato di scontare la condanna (definitiva) per associazione di stampo mafioso ed è tornato a Secondigliano. Dal giorno del ritorno in libertà, Vincenzo non era più finito nei guai con la giustizia, ma per gli inquirenti avrebbe preso in mano le redini del clan.

Le ordinanze di custodia cautelare in carcere

I destinatari della misura cautelare sono:
Rito Calzone (Amato-Pagano)
Enzo Notturno (Amato-Pagano)
Carmine Pagano (Amato-Pagano)
Cesare Pagano (Amato-Pagano)
Salvatore Frate (Amato-Pagano)
Amato Raffaele (Amato-Pagano)
Salvatore Petriccione (Vanella Grassi)
Luca Raiano (Amato-Pagano)
Renato Napoleone (Amato-Pagano)
Davide Francescone (Amato-Pagano)
Fabio Magnetti (Vanella Grassi)
Marco Di Lauro (clan Di Lauro)
Nunzio Talotti (clan Di Lauro)
Raffaele Musolino (clan Di Lauro)
Vincenzo Di Lauro (clan Di Lauro)

Gli omicidi ricostruiti

Gli agguati – contestati a vario titolo – sui quali sono combaciate, nell’ottica dell’accusa, le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia sono sei e hanno provocato 8 morti.

  • Il 14 marzo del 2007 vennero uccisi Giuseppe Pica e Francesco Cardillo, entrambi affiliato al clan Di Lauro. I due si trovavano nel ‘Terzo mondo’ a Secondigliano, zona bunker dei Di Lauro. Pica, 34 anni, fu raggiunto da un colpo di pistola alla testa. Cardillo, invece, tentò la fuga ma fu raggiunto dai sicari: il suo corpo fu trovato a poche centinaia di metri da quello di Pica. Per questo duplice omicidio sono indagati 4 degli Amato-Pagano: Rito Calzone, Enzo Notturno, il ras Cesare Pagano e il nipote Carmine Pagano.
  • Il 21 marzo 2007 ha perso la vita Lucio De Lucia, affiliato al clan Di Lauro. De Lucia era il padre di Ugo, il killer dei Di Lauro che sta scontando la condanna all’ergastolo per la morte di Gelsomina Verde. De Lucia fu ammazzato in piazza Zanardelli a Secondigliano. Era uscito dal carcere 15 giorni prima di trovare la morte. Per questo delitto sono indagati: Rito Calzone e il ras Cesare Pagano.
  • Il 31 maggio 2007 cade sotto i killer Patrizio De Vitale, che da poco era transitato nella compagine scissionista guidata dagli Amato-Pagano. De Vitale era stata una persona di fiducia di Paolo Di Lauro: il boss Ciruzzo ‘o milionario aveva affidato a lui la cura e la custodia del suo amato cane, un mastino napoletano dal raro pelo nero lucido che valeva 300 milioni. De Vitale fu ucciso in piazza Zanardelli, nel cuore del rione dei Fiori: i killer gli esplosero contro una raffica di proiettili; le pallottole lo centrarono alla testa e al petto. Nel raid rimase ferito a una gamba Michele D’Avanzo, 51 anni, cognato di Di Lauro (il fratello Enrico aveva sposato la moglie di Di Lauro). Per questo delitto sono indagati il ras Marco Di Lauro e Nunzio Talotti.
  • Il 16 giugno 2007 segna l’omicidio di Luigi Giannino, al soldo della Vanella Grassi. Giannino era giovanissimo: aveva 20 anni. La Vanella Grassi, infatti, era composta da ragazzi, baby criminali cresciuti all’ombra del clan Di Lauro. Giannino fu assassinato in via padre Gaetano Errico a Secondigliano. Per questo omicidio sono indagati 5 esponenti del clan Di Lauro: i fratelli Marco e Vincenzo Di Lauro, Mario Buono, Nunzio Talotti e Raffaele Musolino.
  • Il 25 settembre 2007, invece, si registrano due agguati che fanno altrettanti morti. I pentiti hanno chiarito che i due episodi erano legati ma non si trattò di un botta e risposta come fu ipotizzato nell’immediatezza dei fatti anche alla luce degli schieramenti di appartenenza. Il primo a morire fu Salvatore Ferrara del clan di Lauro, 5 ore più tardi venne ammazzato Luigi Magnetti della Vanella Grassi. Magnetti il 21enne era il cugino dei ras Antonio Mennetta e Rosario Guarino. Promosso capopiazza dal clan Di Lauro, Salvatore Ferrara venne ucciso mentre si trovava all’interno di un bar in viale delle Dolomiti nel rione Berlingieri di Secondigliano: aveva 22 anni. Entrambi gli omicidi vennero commessi dagli Amato-Pagano, che firmarono così la morte di un esponente della Vanella Grassi che era già diventata una loro costola. Magnetti, spiegheranno poi i pentiti, venne ammazzato perché aveva firmato come killer l’agguato nel bar in cui fu ucciso Ferrara, ma sbagliò bersaglio: nel raid sarebbe dovuto morire Paolo De Lucia, che era con Ferrara. Per l’omicidio di Ferrara sono dunque indagati i ras Raffaele Amato e Cesare Pagano, Salvatore Petriccione e Luca Raiano. Per l’omicidio di Magnetti, invece, sono indagati i ras Raffaele Amato e Carmine Pagano, Cesare Pagano, Salvatore Petriccione, Renato Napoleone e Davide Francescone.
  • Il 9 febbraio 2008 viene ammazzato Carmine Fusco, affiliato al clan Di Lauro. Il 33enne si trovava a bordo di una Mini Cooper, in via Duca degli Abruzzi, quando fu raggiunto dai killer. Per questo delitto sono indagati Raffaele Amato, Salvatore Petriccione, Luca Raiano e Fabio Magnetti.

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mercoledì, 29 Marzo 2023 - 12:20
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