Fratelli Di Lauro e omicidi seconda faida di Scampia, Enzo nega l’accusa. Marco rifiuta l’udienza: chiesta perizia psichiatrica


Uno ha negato gli addebiti contestati, l’altro non voleva neppure recarsi davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli che ne ha disposto l’arresto. I fratelli Enzo e Marco Di Lauro, figli del capoclan Paolo alias Ciruzzo ‘o milionario, fanno i ‘primi’ conti con l’accusa dell’omicidio di Luigi Giannino. Un’ipotesi contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita mercoledì scorso.

Lo scenario è quello della seconda faida di Scampia. Il filone d’inchiesta della Dda di Napoli (pm De Marco, Capuano e Giugliano) riguarda 16 indagati, raggiunti dal provvedimento, e otto omicidi consumati tra le fazioni in guerra. Ovvero i Di Lauro e il cartello degli Scissionisti, oltre ai cosiddetti “girati”, cioè il gruppo della Vanella Grassi, transitati dalla prima alla seconda organizzazione criminale.

A Enzo e Marco Di Lauro i pm contestano di essere mandanti dell’omicidio Giannino. L’ordine sarebbe scattato per punire un ex affiliato, passato al campo avversario, freddato dai killer il 13 giugno 2007. Enzo Di Lauro (difeso da Antonio Abet) ha respinto l’accusa nel corso dell’interrogatorio di garanzia tenutosi dinanzi al gip Linda D’Ancona che ha firmato i provvedimenti restrittivi. «Ero già in carcere da tre mesi (il suo arresto risale al 23 marzo 2007, ndr) quando ci fu l’omicidio e – sostiene l’indagato – le mie conversazioni durante i colloqui erano tutte intercettate». Enzo Di Lauro, secondogenito del capoclan, ha pure negato contatti con il collaboratore di giustizia che gli attribuisce l’ordine di morte. Il suo difensore ha già presentato appello al Tribunale del Riesame: Enzo Di Lauro, al momento dell’arresto, era a piede libero da 8 anni.

Viceversa Marco Di Lauro – catturato nel 2019 dopo 14 anni alla macchia e oggi detenuto al 41bis a Sassari – ha mostrato chiari segni di insofferenza, durante il collegamento in videoconferenza. L’ex primula rossa (difesa da Gennaro Pecoraro) si più volte rifiutato di parlare con il giudice, manifestando la volontà di voler tornare in cella, senza neppure ribattere alle accuse della Dda. Da circa un anno Marco Di Lauro sta rifiutando le cure, prescrittegli dai medici per problemi psicologici. Il suo legale ha fatto, tempo addietro, richiesta di perizia psichiatrica. Il detenuto è stato ricoverato, sotto stretta osservazione, nei reparti psichiatrici di Torino e Cagliari. Anche in quei frangenti ha sempre rifiutato i colloqui con gli psichiatri. Analoghi problemi psicologici, durante la carcerazione, emersero per il fratello maggiore Cosimo Di Lauro: è deceduto il 13 giugno 2022, nel carcere milanese di Opera, dopo 17 anni al 41bis.

venerdì, 31 Marzo 2023 - 21:39
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