«Non lascio ma raddoppio». Matteo Renzi punta subito i piedi nella sua nuova e, inattesa, veste di direttore di un giornale. Direttore editoriale.
L’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, che nel mezzo dei problemi giudiziari ha rilevato e riaperto due quotidiani (Il Riformista, attivo da qualche anno, e l’Unità di cui si attende il via), ha voluto l’ex premier alla guida de ‘Il Riformista’, per occupare la poltrona lasciata vuota da Piero Sansonetti passato al timone dell’Unità. E lui ha accettato di buon grado, dando subito un calcio alle obiezioni avanzate dai 5Stelle circa l’opportunità di svolgere l’incarico di senatore della Repubblica e al tempo stesso dirigere un giornale. «Ci sono stati altri parlamentari che hanno fatto i direttori di giornali. Penso a Walter Veltroni all’Unità, penso anche a Sergio Mattarella che è stato direttore del glorioso Il Popolo», dice Renzi nel corso della conferenza stampa convocata per annunciare il suo debutto.
All’ex premier spetterà, per 12 mesi, dettare la linea del giornale, mentre è ancora da inviduare il giornalista che firmerà il quotidiano come direttore responsabile. «Il Riformista sarà la voce dei riformisti, siccome il Terzo Polo è Riformista sarà la voce anche del Terzo Polo, ma penso che tante persone, da Forza Italia al Pd abbiano tutto l’interesse a far sentire la propria voce e perché no, a dialogare con le altre anime del riformismo», spiega. Restano fuori tutti gli altri: Il Riformista, insiste Renzi, «non rispecchia né il sovranismo di Giorgia Meloni né la linea politica che ha vinto il congresso del Partito democratico di Elly Schlein e che è rappresentato dal Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte». «In questo spazio mediano tra sovranismo e sinistra che non definisco estremista ne’ massimalista ma radicale, c’è un mondo di una maggioranza silenziosa: una parte di Paese che c’è e che crede nel lavoro e non nel Reddito di cittadinanza, che – sottolinea Renzi – crede che una norma non debba bloccare Chat Gpt, che crede nell’industria 4.0, che crede che non si può essere sovranisti in un mondo che è globalizzato, che crede sia assurdo non chiedere il Mes in un momento in cui i Pronto soccorso esplodono e le liste d’attesa segnano la cesura sociale del Paese».
Entrando nello specifico di alcuni temi di stringente attualità, Renzi anticipa che, in materia di giustizia, «saremo molto garantisti» e assicura «l’attenzione alle vicende giudiziarie sarà molto significativa». Su altri temi, però, il Riformista con impronta renziana cambierà rispetto al recente passato: «Su altri temi saremo in sostanziale novità su quella che è stata finora la linea del Riformista, per esempio sulla guerra in Ucraina».
Non poteva mancare un passaggio sulle vicende giudiziarie di Romeo, una delle quali (quella su Consip) ha visto l’imprenditore protagonista insieme a Tiziano Renzi, il padre di Renzi. «Io conosco Romeo come un galantuomo e le vicende giudiziarie che avete seguito dimostrano che questo convincimento è in me rafforzato – sottolinea Renzi – Quello che è accaduto con la vicenda Consip è uno scandalo da parte di alcuni pezzi deviati delle istituzioni. Sono orgoglioso di lavorare con Romeo».
Sullo sfondo le critiche arrivate esclusivamente Movimento 5Stelle, mentre tutti gli altri – almeno sino alle 15.20 di oggi (orario di ‘chiusura’ dell’articolo) – non hanno preso posizione. «E’ francamente preoccupante che un parlamentare in piena attività diriga contemporaneamente un quotidiano. Renzi non vede o fa finta di non vedere che ci sono ragioni di opportunità evidenti nell’assumere questo doppio incarico: la legge non lo vieta, ma che credibilità può avere un giornale diretto da un leader di partito? Qualsiasi parvenza di imparzialità della testata è totalmente compromessa, ma evidentemente per Renzi – abituato ai doppi incarichi fuori dal Parlamento – questo non è un problema», affermano i capogruppo M5s in commissione Cultura alla Camera e al Senato Anna Laura Orrico e Luca Pirondini.
Muove una domanda critica la giornalista Luisella Costamagna che tu Twitter evidenzia: «Quando ho cominciato a condurre Agorà su Raitre ho interrotto – per correttezza nei confronti del servizio pubblico – le mie collaborazioni con Ilfattoquotidiano e La Verità. Ora Matteo Renzi diventa direttore de Il Riformista e rivendica: “Non lascio (la politica, ndr) ma raddoppio”. Tra gli innumerevoli “conflitti” del doppio ruolo mi/gli chiedo: parteciperà ai talk tv sia in veste di direttore sia di politico? Come si calcolerà la par condicio in campagna elettorale (ad es. alle europee del prossimo anno)? Chiedere è lecito, rispondere è cortesia».
mercoledì, 5 Aprile 2023 - 15:32
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