Vi spiego perché Juve-Napoli non è stata una partita, ma una 24 ore di emozioni non stop | L’intervento

di Alfredo Primizia, avvocato

Non posso raccontare Juve Napoli facendo una analisi tecnica, perché quella di domenica è stata ( e lo sarà sempre) una partita di emozioni.
Allora, se mi permettete, vorrei raccontare le emozioni di quella giornata.
La domenica della partita è iniziata… dieci giorni fa.


La ricerca del biglietto, l’organizzazione del viaggio, la preparazione di tutto il lavoro di studio in funzione di quella data. Tutti dicono che noi liberi professionisti possiamo fare del nostro tempo quello che vogliamo e invece non è vero: le nostre giornate sono scandite da impegni ben determinati. Ci sono le udienze (e le date non le decidiamo noi), ci sono le scadenze (tante!) e poi ci sono gli imprevisti, sempre in agguato. Insomma, organizzare una trasferta di calcio non è mai troppo semplice. Alla fine, però, tutto fila liscio.
Procurato il biglietto, si parte – in treno – fino a Firenze, dove raggiungo un amico-tifoso di vecchia data col quale, tra una chiacchiera e una risata, raggiungiamo Torino.


È pomeriggio ed è una giornata tiepida, ci avviamo verso lo Stadio. È sempre un’emozione entrare in uno stadio “nemico” e vedere tanta gente, da tutta Italia, radunata sotto la stessa bandiera. Si fa amicizia subito con tutti, iniziano i cori e il riscaldamento. Arrivano le telefonate degli amici. Arriva anche quella di Ignazio, un amico di fede bianconera che ci augura una sonora sconfitta. Di solito, quando lo fa, ottiene il risultato opposto!

Inizia la partita che ricordo per le emozioni. Il gol preso, la paura, le imprecazioni. Il Var. La gioia dell’annullamento. Cuadrado che si tuffa (e quando mai no!) proprio sotto di noi, i fischi, lo sguardo all’Arbitro, la ripartenza il Gol!!!! Un concentrato di emozioni che diventa difficile descrivere. Uno sguardo al cielo ed un bacio rivolto al mio papà, super tifoso del Napoli, che avrà sicuramente gioito per questa vittoria. La pioggia, che rende anche più bello, se possibile il tutto. Il viaggio di ritorno, lunghissimo. Fino all’alba. Ma bellissimo. Ventiquattro ore filate stupende e un pensiero all’amico che, quando invia maledizioni, non ci prende mai. Grazie Ignazio!

lunedì, 24 Aprile 2023 - 16:05
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