Moby e le manovre dell’armatore Onorato, archiviazione per 5: ci sono Casaleggio e il laico del Csm Carbone (Iv)


Dei versamenti di denaro ci sono stati. Ma quel flusso di denaro non integra il reato di traffico di influenze illecite, bensì va considerata come attività di lobbismo. E’ con questo ragionamento che il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano Tiziana Gueli ha accolto la richiesta di archiviazione, avanzata dal pm Cristiana Roveda e dall’aggiunto Maurizio Romanelli, per Davide Casaleggio, figlio del cofondatore del M5s Gianroberto, e per altre 4 persone nell’ambito dell’inchiesta sull’attività delle compagnie di navigazione Moby e Cin guidata da Vincenzo Onorato.

Il giudice, in base alla giurisprudenza e in linea con l’istanza della Procura, ha ritenuto che nel comportamento delle cinque persone archiviate non c’è traccia di una attività finalizzata alla commissione di un reato che produca vantaggi per il privato committente, ossia i vertici delle compagnie marittime, malgrado siano stati accertati dei versamenti di denaro, anche attraverso contratti di consulenza, a presunti intermediari, ora scagionati dalle accuse.

Per questo, lo scorso 11 aprile, il gip ha ritenuto di accogliere la proposta di far uscire dal procedimento anche Achille Onorato, figlio dell’armatore; Ernesto Carbone, avvocato, ex parlamentare dell’Italia dei Valori e ora consigliere laico al Csm; Sabrina di Stefano, ex coordinatrice per l’Abruzzo dell’Esercito di Silvio – Forza Italia; e Roberto Mercuri, ex braccio destro del banchiere Fabrizio Palenzona (che nulla c’entra con questa vicenda).

L’inchiesta, invece, prosegue per Beppe Grillo e per l’armatore Vincenzo Onorato: dopo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, è attesa la richiesta di rinvio a giudizio. Secondo l’accusa, Beppe Grillo avrebbe perorato tre fronti che stavano a cuore ad Onorato, suo amico, per “consentire” alla compagnia di navigazione «di conseguire un indebito vantaggio patrimoniale a prescindere da una valutazione dell’interesse pubblico». E lo avrebbe fatto attraverso «parlamentari eletti per il Movimento 5 stelle nominati ministri dei governi in carica all’epoca». In cambio avrebbe incassato 240mila euro con contratti per “contributi redazionali per il marchio Moby” sul suo blog, ma anche “l’organizzazione” di comizi elettorali.

martedì, 25 Aprile 2023 - 12:08
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