Condanna definitiva, Cosentino pronto a costituirsi in carcere: «Sentenza accolta con dolore». L’epilogo come per Dell’Utri


Confidava in un finale diverso. Nicola Cosentino, sottosegretario all’Economia nel governo Berlusconi IV, «ha accolto con dolore la notizia della conferma di una sentenza che ritiene ingiusta essendosi sempre dichiarato innocente. Ha sempre deciso di difendersi nei processi e mai sulla carta stampata».

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La Corte di Cassazione ha confermato la condanna d’appello a 10 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, certificando in modo definitivo lo scenario tratteggiato dalla procura che voleva Cosentino sostenuto politicamente dai Casalesi in cambio di alcune contropartite. Uno scenario che per Cosentino, nell’immediato futuro, significa detenzione in carcere. L’uomo che in Campania ha fatto la fortuna di Forza Italia e di Silvio Berlusconi (è stato coordinatore regionale campano degli azzurri) si costituirà in carcere, senza attendere la notifica dell’ordine di carcerazione.
Cosentino era tornato in libertà nel febbraio 2018, dopo avere trascorso 4 anni tra carcere e domiciliari.

Un epilogo che ricorda quello di Marcello Dell’Utri, fedelissimo di Silvio Berlusconi. Condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, l’ex senatore di Fi finì in carcere nel 2014 per scontare la condanna definitiva a 9 anni di reclusione. Il 6 luglio 2018 Dell’Utri ottenne dal Tribunale di Sorveglianza di Roma il differimento della pena per gravi motivi di salute: beneficiò, dunque, della detenzione domiciliare nella sua casa a Milano fino a 3 dicembre 2019 quando è tornato in libertà.

giovedì, 27 Aprile 2023 - 19:15
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