Mala di Ponticelli, blitz in una casa a Cercola: pistole volano dalla finestra, 2 arrestati ma uno torna subito libero

Pistola Legittima Difesa
di maga

E’ successo tutto in pochi minuti. La polizia che raggiunge una palazzina in via Matilde Serao a Cercola nell’ambito di indagine sulla criminalità organizzata; gli agenti che salgono le scale del fabbricato; un uomo in tuta che sbatte una porta e corre verso i piani superiori mentre all’esterno una busta vola da una finestra e atterra al suolo.

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Lunedì mattina Fiorentino Eduardo Mammoliti e Massimiliano Baldassarre, i cui nomi ricorrono nelle cronache sulla criminalità organizzata di Ponticelli, sono finiti in arresto per concorso in detenzione illegale di due pistole, rinvenute all’esterno dello stabile perché – come segnalato dagli agenti appostati anche fuori la palazzina – qualcuno se ne era disfatto lanciandole dalla finestra. Le pistole sequestrate sono una calibro 9 Luger di colore nero e una calibro 7.65. Secondo quanto riportato nel verbale di intervento, le armi sono state lanciate dalla finestra dell’abitazione dove si trovava Mammoliti. E a lanciare sarebbe stato proprio Mammoliti. In casa di quest’ultimo, infine, gli agenti hanno rinvenuto anche un sistema di video-sorveglianza che riprende in diretta l’esterno (ma non registra). Nel frattempo Baldassarre cercava la fuga raggiungendo un’abitazione ai piani superiori e infilandosi sotto il letto della camera da letto di una donna che vive nello stabile: il nascondiglio di fortuna è stato però scoperto dagli agenti. I due indagati erano stati scarcerati di recente: Mammoliti, nipote del defunto ras Bruno Solla (il fedelissimo dei De Luca Bossa è stato ucciso nel Lotto o), è tornato in libertà a marzo; Baldassarre è tornato in libertà ad aprile.

I destini di Mammoliti e Baldassarre, che già in passato sono stati arrestati insieme per estorsione, si sono interrotti stamattina: il giudice per le indagini preliminari Daniela Critelli del Tribunale di Nola ha disposto il carcere per Mammoliti e ha scarcerato, per carenza della gravità indiziaria, Baldassarre (difeso dall’avvocato Salvatore Barbuto). Secondo il gip, non ci sono allo stato elementi sufficienti per ritenere che Baldassarre fosse a conoscenza della presenza di armi in casa di Mammoliti, e che abbia contribuito alla loro custodia o al loro occultamento. Né è provata la tesi secondo la quale Baldassarre era in casa di Mammoliti per operare una sorta di scorta nei confronti dell’uomo che teme per la sua vita. In sintesi, a parere del gip, non vi sono elementi sufficienti per contrastare in maniera solida la spiegazione, seppur debole, offerta da Baldassarre sulle ragioni della fuga, ossia il timore di potersi trovare nei guai per la semplice vicinanza a Mammoliti con il quale era stato già arrestato.

Quanto a Mammoliti, il gip non crede alla versione dell’indagato di non sapere alcunché delle armi e di non averle lanciate dalla finestra, sostenendo invece che esse siano appartenute ad altri inquilini dello stabile. «E’ palese che è stato notato dagli agenti disfarsi delle armi gettandole dalla finestra della cucina della propria abitazione non apparendo credibile la versione dei fatti dallo stesso prospettata», è un passaggio dell’ordinanza. La difesa di Mammoliti, rappresentata dagli avvocati Immacolata Romano e Giuseppe Milazzo, valuterà il ricorso al Riesame.

mercoledì, 10 Maggio 2023 - 17:03
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