Il rettore arriva ed assicura che «i ragazzi hanno drammaticamente ragione, siamo con la loro protesta». Ma poi finisce tra tensioni e battibecchi, la visita di Matteo Lorito alla protesta degli studenti contro il caro affitti, nel cortile di Porta di Massa, sede del Dipartimento degli studi umanistici della Federico II. «Perché – insorge una ragazza – il rettore che viene dagli studenti deve parlare solo con i giornalisti? Prima dovrebbe venire a parlare con gli studenti e dare spiegazioni». Accusano Lorito di «stare facendo una passerella», tra le tende da campeggio, montate per la protesta. «Tu il rettore non lo cacci dall’università» s’inalbera Lorito, faccia a faccia con uno studente. E il giovane: «Innanzitutto non mi metta le mani addosso». Prima di andarsene, il rettore lancia il suo anatema ai manifestanti: «Quello che avete fatto voi è il peggio del peggio».
Ma l’aria si era fatta pesante da subito. «Anche le borse di studio quand’è che le erogate?» dice uno dei contestatori, mentre il rettore parla a taccuini e telecamere. Lorito precisa che le borse «le eroga l’ente regionale per il diritto allo studio». Cioè l’Adisu. «Lei – replica una ragazza al rettore – non ha nessun potere sull’ente regionale, allora qual è questo rapporto tra l’ente regionale per il diritto allo studio e le università che danno lo studio?». E Lorito, sforzandosi di restare calmo: «Adesso rispondiamo a una domanda per volta». Il clima, insomma, è questo qui. Però il rettore, prima delle polemiche, aveva ostentato solidarietà ai manifestanti, ricordando «la mia difficoltà quando venni a studiare all’università a Napoli da ragazzo».
Per Lorito «i nostri studenti hanno ragione, i costi degli alloggi sono proibitivi a Napoli e loro hanno il sostegno dall’Ateneo che già da un anno e mezzo aspetta risposte sul progetto per 900 alloggi-studenti con cui ripartire». La carenza di posti negli studentati è uno dei punti critici. Ma la Federico II declina ogni responsabilità. «Abbiamo speso un milione di euro per alloggi su cui non si facevano progetti da 20 anni – rivendica Lorito -, ora abbiamo pronti cinque progetti ma stiamo aspettando i risultati della valutazione del governo secondo la legge 338. Abbiamo avuto la promessa dal presidente della Regione De Luca che i progetti non finanziati saranno realizzati comunque con fondi della Regione ma ora ci servono i risultati per cominciare a lavorare». Il rettore ammette che «non abbiamo ora alloggi», infatti «siamo partiti con il progetto perché conosciamo il problema». Come si mostra consapevole che a Napoli gli studenti «vivono la situazione peggiore d’Italia, siamo nel punto più basso tra alloggi non a disposizione e caro degli affitti, fattori limitanti per il diritto allo studio».
Dei cinque studentati previsti dal progetto dell’ateneo, «alcuni possono essere pronti in pochi mesi perché sono edifici che vanno ristrutturati, altri tra uno-due anni perché partono da zero». Il rettore giura: «Appena ci danno i finanziamenti mettiamo mano all’Hostel della Gioventù, al ‘De Amicis’, alla Casa Miranda: in tutto faremo un centro alloggio a Fuorigrotta, due al centro di Napoli, uno per l’università di medicina al ‘De Amicis’ in collina e uno a Portici». Ma la promessa non placa gli studenti. Gli aumenti esponenziali nei fitti li vivono sulla pelle. «Sotto i 350-400 euro mensili non si trova niente» spiegano. Ma in giro si trovano anche richieste da 780 euro, come per un bilocale al Borgo Orefici, la cui inserzione gli studenti mostrano.
«Sono tante le testimonianze di studenti e studentesse che non riescono a trovare o permettersi una casa per via dell’ingente aumento dei prezzi – afferma una nota del Collettivo Autorganizzato Universitario (CAU) – che vivono in case fatiscenti e vedono calpestato il loro diritto allo studio.
Dall’ultimo studio effettuato dal Censis risulta che nell’anno accademico 2022/2023, 9.400 studenti non hanno avuto la possibilità di iscriversi all’università e di questi, 4.900 sono residenti al sud Italia, tanti altri sono stati costretti ad abbandonare gli studi, perché non hanno potuto permettersi di pagare un alloggio e gli altri beni di prima necessità». Gli attivisti sottolineano: «Il turismo di massa ha alimentato fortemente la speculazione abitativa e inoltre il costo della vita si alza sempre di più, rendendo insostenibili le spese per chi arriva in città per studiare. Le università della città di Napoli ignorano questa realtà». Ed ecco spuntare le tende nel cortile dell’ateneo: «Se dobbiamo stare scomodi, almeno scegliamo noi dove!».
venerdì, 12 Maggio 2023 - 21:48
© RIPRODUZIONE RISERVATA