Luci d’artista, inchiesta a Salerno per turbativa d’asta: due misure interdittive, indagati funzionario comunale e imprenditore


A Salerno c’è un’inchiesta sugli appalti per le Luci d’artista, la kermesse natalizia delle luminarie in città. Sono indagati per l’ipotesi di turbativa d’asta Gabriele Pennimpede, funzionario del Comune di Salerno, e Arturo Blasi, imprenditore operante nel settore dell’installazione di illuminazione. A entrambi la guardia di finanza del comando provinciale ha notificato un provvedimento cautelare: per il primo una misura interdittiva della sospensione dei pubblici uffici per 12 mesi, per il secondo il divieto temporaneo di contrarre con la Pubblica Amministrazione per un anno. Le misure sono state emesse dal gip del tribunale di Salerno, su richiesta della locale procura.

Le indagini, svolte dal nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle, hanno riguardato la procedura negoziata per l’affidamento del servizio di noleggio di decori luminosi, montaggio, manutenzione e smontaggio riferita all’edizione 2021-2022 della manifestazione, indetta quale stazione appaltante dal Comune di Salerno. Gli approfondimenti investigativi sono stati originati da una segnalazione dell’Anac che evidenziava “anomalie e carenze nella predisposizione della progettazione esecutiva posta a base di gara”, ponendo l’attenzione sulla “violazione dei principi comunitari di libera concorrenza e par condicio, con una conseguente scarsa risposta da parte del mercato.

In particolare, secondo l’accusa, sarebbe emerso un accordo collusivo preordinato dalla stazione appaltante e finalizzato a conferire al Blasi, l’appalto di servizi (acquisto dell’Albero di Natale per 210.000 euro e noleggio ed installazione di luminarie per 740.000 euro), in violazione della procedura di gara previste dal codice degli appalti, in pregiudizio della garanzia di rotazione degli affidamenti e della valutazione comparativa di preventivi di altri operatori economici. Il responsabile unico del procedimento avrebbe predisposto il bando ed invitato le ditte aventi diritto a partecipare, nella consapevolezza che queste fossero riconducibili ad un unico centro d’interesse. Sempre secondo l’ipotesi accusatoria, l’imprenditore, già a conoscenza del buon esito della gara e prima che venisse concluso il prescritto iter, avrebbe siglato intese con imprese fornitrici di materiali le quali si sarebbero anche prestate a figurare, solo formalmente, tra i soggetti partecipanti allo stesso bando di gara.

venerdì, 26 Maggio 2023 - 15:24
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