La centralità del diritto di difesa, gli spunti del dibattito «L’Avvocato nel conflitto tra Stato e nemico pubblico»


Ha suscitato vivo interesse e proposto ampi spunti di riflessione il convegno su “L’Avvocato nel conflitto tra Stato e nemico pubblico – da Fulvio Croce alla contemporaneità”, organizzato dall’ADU – Associazione Difensori di Ufficio partenopea e dalla Camera Penale di Napoli, che si è tenuto mercoledì scorso nel Palazzo di Giustizia di Napoli.

L’evento, introdotto dai saluti istituzionali degli avvocati Riccardo Rossi e Marco Campora (presidenti delle associazioni promotrici), Dina Cavalli (Vicepresidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli), e Giovanni Fontana (Presidente di ADU Italia), e moderato dall’avvocato Antonio Giuliano (Tesoriere di ADU Napoli), ha visto gli interventi di Nicola Russo (Consigliere presso la Corte di Appello di Napoli), Sergio Moccia (professore emerito di diritto penale presso l’Università Federico II), Domenico Ciruzzi (già Vicepresidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane), Alfonso Tatarano e Stefano Sarno (avvocati di Camera Penale e ADU Napoli).

Molti sono stati gli spunti rivolti all’attualità, interconnessi con riflessioni di carattere storico e giuridico che hanno conferito all’evento ampio respiro ed enorme interesse.

Partendo dal ricordo dell’avvocato Fulvio Croce, assassinato nel 1977 dalle Brigate Rosse, i cui capi storici erano difesi d’ufficio – tra gli altri – dall’Avv. Croce nel processo dinanzi la Corte di Assise di Torino, il convegno ha portato l’attenzione del pubblico sulla centralità del diritto di difesa – anche e soprattutto dei cosiddetti indifendibili in posizione di conflittualità con lo Stato – come garanzia dei diritti del singolo, non solo precondizione indispensabile e non rinunciabile per la regolarità del processo ma anche e soprattutto come interesse pubblicistico necessario alla tenuta di un equo contraddittorio in un sistema democratico.

Soffermandosi sulla possibilità che parte dei problemi della giustizia italiana possa trovare rimedio nell’attuazione di una effettiva separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, e sulle criticità del sistema formativo delle scuole di specializzazione per professioni legali, i relatori hanno poi offerto spunti di riflessione sulla connessione tra le politiche economiche neoliberiste e una legislazione penale e processuale simbolica, repressiva dei fenomeni di marginalità sociale (immigrati, tossicodipendenti ecc.) ed ispirata – come nel caso di parti della riforma cd. Cartabia – ad esigenze di efficienza e speditezza che confliggono con l’accertamento dei reati nel contraddittorio tra le parti.

Da segnalare, infine, il riferimento agli avvocati eroi martiri come Croce o vittime di violenza in ossequio ai doveri professionali, con la sollecitazione ad un’autocritica delle istituzioni forensi per il – talvolta – mancato intervento tempestivo per preservarne memoria ed eroismi.

sabato, 27 Maggio 2023 - 16:21
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