Per ora Alberto Genovese, l’ex imprenditore del web condannato in via definitiva per avere drogato e violentato due modelle, resta in carcere. Sulla richiesta avanzata dalla difesa di concessione della misura alternativa dell’affidamento terapeutico in alternativa al carcere, i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano non si sono ancora pronunciati. Per le toghe è necessaria una valutazione psichiatrica, che non è mai stata effettuata con perizie nel processo, e in particolare sulle cause che lo hanno portato a commettere quegli abusi con estrema violenza.
Per questo la Sorveglianza di Milano ha affidato all’equipe psichiatrica del carcere di Bollate il compito di compiere l’accertamento, anche per meglio delineare un preciso percorso di terapie per un’eventuale concessione dell’affidamento terapeutico. Per una decisione, dunque, se ne riparla il 24 ottobre, data di fissazione della nuova udienza. Fino ad allora Genovese resta in prigione. Il procuratore generale ha comunque già dato parere favorevole alla richiesta della difesa.
Genovese è stato condannato in via definitiva a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni. Il 13 febbraio è tornato in carcere in esecuzione della pena definitiva, lasciando i domiciliari in una clinica dove si trovava per disintossicarsi. A seguito della notifica dell’ordine di esecuzione, la difesa si è attivata per ottenere la misura alternativa. Tutto è stato possibile grazie ai meccanismi introdotti dalla riforma Cartabia. Anzitutto, Genovese ha definito la sua vicenda senza andare in Cassazione. La riforma Cartabia prevede infatti uno sconto automatico di pena (pari a un sesto sulla pena inflitta) agli imputati che, in Appello, accettano la condanna di primo grado, evitando alla Giustizia il nuovo processo. Genovese ha così ottenuto una rideterminazione della pena di primo grado, che era pari a 8 anni e 4 mesi.
In Appello è stato condannato a 6 anni, 11 mesi e 10 mesi. Su questa pena definitiva la difesa ha poi iniziato a fare i conti: Genovese ha infatti già scontato in via cautelare parte di questi anni di reclusione. Arrestato il 6 novembre del 2020, l’ex imprenditore è stato da allora sempre detenuto: prima ha trascorso 9 mesi in carcere, poi è stato ai domiciliari in una clinica. Questo periodo di reclusione presofferta è stato scalato dal fine pena. Così come stati scalati anche i giorni di liberazione anticipata cui Genovese ha diritto per legge. Alla fine la pena è scesa sotto la soglia dei 4 anni ed è quindi scattato il requisito necessario a consentire a Genovese la possibilità di chiedere una misura di detenzione alternativa.
sabato, 27 Maggio 2023 - 10:40
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