La piccola Assunta è tornata a casa a Pollena Trocchia, l’incubo è alle spalle. La bimba di 10 anni, colpita alla testa da un proiettile vagante esploso in piazza a Sant’Anastasia mentre lei e i genitori si trovavano fuori un bar per consumare un gelato, ha lasciato l’ospedale Santobono di Napoli dove è stata sottoposta a due operazioni per l’estrazione del proiettile. «Mi si è liberato il cuore. Ora spero di ritrovare serenità», ha detto il padre di Assunta, guardia giurata, al sindaco di Pollena Trocchia, Carlo Esposito come riportato da alcuni organi di stampa.
Ha rischiato di morire, Assunta. La pallottola è stata fermata da un osso, altrimenti per lei non vi sarebbe stato scampo. Tutta colpa di due giovanissimi, il 19enne Emanuele Civita e un 17enne, che hanno sparato all’impazzata, rischiando di fare una strage: in quella piazza, all’interno di un bar, vi era una festa di bambini di 12 anni.
La ‘stesa’ è avvenuta in piazza Cattaneo la sera del 23 maggio, i due indagati si sono costituiti diverse ore dopo quando hanno capito che – attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza – i carabinieri di Castello di Cisterna sarebbero risaliti a loro. Nei confronti di entrambi il fermo è stato convalidato. I due indagati (il minore è difeso dall’avvocato Antonio Sorbilli, il 19enne è assistito dagli avvocati Antonio Abete e Fabio Marfella), si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’udienza di convalida del fermo tenutasi, ovviamente, dinanzi a due gip diversi. Il 17enne Giuseppe è comparso dinanzi al gip Angela Draetta. A loro carico vi sono le accuse di tentato omicidio, armi e aggravanti della premeditazione e della matrice camorristica. Nella ‘stesa’ sono rimasti feriti il padre di Assunta, colpito di striscio a un braccio; la madre della piccola, raggiunta all’addome; e Assunta, mentre il fratellino di 6 anni è rimasto fortunatamente illeso.
Civita e il 17enne Giuseppe provengono da contesti legati al clan D’Avino: Civita è stato processato spaccio di droga con l’autorizzazione del clan D’Avinodi Somma Vesuviana ed è tornato libero tredici mesi fa; il padre del minorenne fu ucciso nel 2012.
Le indagini su quanto avvenuto proseguono. Dalle prime risultanze investigative pare che vi sia di più di una ‘stesa’ per vendicare un torto subito. Il sospetto è che vi sia stata una ‘guerra di posizione’ tra gruppi di Somma Vesuviana e Sant’Anastasia. Ad accendere la miccia è un litigio tra esponenti di queste due diverse fazioni. Un litigio voluto, provocato a parere degli inquirenti. Civita e Giuseppe arrivano in piazza Cattaneo armati, sfidano un gruppetto locale: piazzano le armi letteralmente sotto il naso di un altro ragazzo che, però, allontana con la mano la mitraglietta tenuta da Civita. Il titolare di un locale dinanzi al quale si sta svolgendo la lite dai toni accesi interviene e chiede a tutti di smetterla o quantomeno di spostarsi. Civita e il 17enne si defilano, salgono sullo scooter e vanno via. O almeno così sembra. Perché pochi istanti dopo rispuntano, in sella allo scooter, armati: uno ha una pistola, l’altro ha una mitraglietta. Non sparano subito, ma fanno un paio di giri della piazza come a voler marcare il territorio. Poi aprono il fuoco. Sparano complessivamente almeno 10 colpi.
giovedì, 1 Giugno 2023 - 14:20
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