Avellino, bus precipitato in A16: indagato l’autista del bus, identificata la vittima. Il racconto dei miracolati

Il bus precipitato in A16 Napoli-Canosa

Un atto dovuto per procedere ad accertamenti tecnici e consentire a chi è rimasto coinvolto nell’incidente mortale di potersi difendere nel miglior modo possibile. L’autista del bus precipitato in una scarpata dell’A16 Napoli-Canosa, tra i caselli irpini di Vallata e Lacedonia, è stato iscritto nel registro degli indagati: S.G le sue iniziali, 63 anni originario di Roma, deve rispondere di omicidio stradale colposo e lesioni plurime. Nella giornata di ieri, l’autista, difeso dall’avvocato Guerino Gazzella, era stato sottoposto all’alcol test e al drug test risultando negativo. Acquisita anche la “scatola nera” del bus per verificare velocità, tempi di sosta e tempi di percorrenza del bus partito la sera prima alle 23 da Lecce e diretto a Roma dove sarebbe dovuto arrivare alle sette.

Il maxi-incidente ha visto coinvolte dapprima 5 macchine, uno degli occupanti è deceduto. La vittima si chiamava Malick Fall: nato in Senegal 26 anni fa e domiciliata a Forlì, è stato identificato in seguito alle indagini svolte dalla Polizia Stradale di Grottaminarda e coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento, guidata da Aldo Policastro. Malik Fall è morto sul colpo alla guida di una delle quattro auto su cui viaggiava un numero imprecisato di giovani nordafricani diretti a vendere la merce nei mercati in provincia di Napoli.

La Procura ha anche identificato un’altra persona, ancora in ospedale con prognosi riservata: si chiama Alassane Loum, 36 anni, originario del Senegal e domiciliato a Napoli. Dall’ultima ricostruzione della Polstrada, una delle cinque auto coinvolte nel tamponamento era occupata da una coppia di giovani napoletani di San Giovanni a Teduccio: entrambi non hanno riportato conseguenze di sorta.

Sul bus della Flixbus precipitato viaggiavano 36 persone. Per fortuna la caduta del bus è stata arrestata da alcuni alberi ce delimitano la scarpata. Molti passeggeri dormivano, ma parecchi erano ancora svegli dopo la sosta di pochi minuti prima. «Ero vigile e ho sentito un gran botto. Poi le urla e il caos: ho visto la morte in faccia», ha raccontato un passeggero ai soccorritori. «Siamo vivi per miracolo, sono scivolato via dal finestrino», ha detto Biagio, luogotenente della Guardia di Finanza di Copertino (Brindisi) che viaggiava insieme ai figli Gaetano e Martina. Dopo aver cercato di prestare aiuto a quanti erano rimasti intrappolati all’interno del bus, insieme ai figli ha trovato un varco nello spazio lasciato da un vetro disintegratosi nell’impatto ed è uscito. Siria, una giovane diretta a Roma insieme alla madre e al fratello per sottoporsi ad una operazione chirurgica, ha assistito in diretta all’incidente. Era seduta nei primi posti, accanto all’autista: «L’ho sentito lanciare un grido, poi la sbandata verso il guard rail di sinistra nel tentativo di evitare l’impatto e il testa coda che ha portato il bus nella scarpata, dove è rimasto sospeso a mezz’aria».

Laura, aviere originaria di Brindisi, occupava un posto in coda al bus. È stata svegliata da «uno schianto tremendo». «Appena il tempo di riaprire gli occhi prima di ritrovarci, uno sull’altro, nella scarpata. Strisciando nello spazio lasciato dal bus inclinato siamo riusciti ad uscire, uno alla volta. Soltanto dopo, quando abbiamo visto lo scenario dell’incidente, abbiamo realizzato di essere tutti scampati alla morte». Carlino, partito da Lecce per Roma, avrebbe dovuto viaggiare in treno ma all’ultimo momento aveva deciso per il viaggio in autobus: «Ero sveglio anche perché cinque minuti prima c’era stata la sosta nell’area di servizio “Calaggio”. Quando ho visto il bus ondeggiare mi sono aggrappato al sedile davanti e ho alzato le gambe. Sono stato fortunato: un sedile scardinato dagli urti mi è passato sotto senza travolgermi».

lunedì, 5 Giugno 2023 - 19:07
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