Omicidio di Giulia e del bimbo mai nato, rilievi in casa e nel garage dell’orrore. E il legale dell’indagato rinuncia all’incarico


Un nuovo sopralluogo dei carabinieri nell’abitazione di Giulia Tramontano e di Alessandro Impagnatiello e nel garage dove è stato nascosto il corpo della giovane prima di essere gettato in un’area non lontana dall’appartamento: domani ci saranno altri rilievi scientifici. Venerdì, invece, si svolgerà l’autopsia sul corpo della 29enne, uccisa a coltellate dal compagno dopo averlo affrontato per via della relazione parallela che l’uomo portava avanti da mesi.

L’inchiesta sul femminicidio di Senago, in provincia di Milano, prosegue. Impagnatiello nel frattempo è detenuto nel carcere di San Vittore e condivide la cella con un’altra persona. A breve dovrà scegliere un altro avvocato di fiducia. Il suo difensore, Sebastiano Sartori, che lo ha assistito sin qui anche sfidando le ingiuste e miopi critiche provenienti dai social, ha rinunciato al mandato poche ore fa: «Il motivo è connesso al rapporto fiduciario», ha detto. Questa mattina Sartori era stato in carcere per fare visita al suo assistito e all’esito del colloquio ha spiegato che Impagnatiello stava acquisendo sempre più consapevolezza di quanto ha fatto. L’atto di rinuncia è stato depositato alla pm Alessia Menegazzo, titolare dell’inchiesta.

Ciò che Alessandro, barman 30enne impiegato nell’Armani Bamboo bar (che ha risolto ogni rapporto di lavoro dopo l’arresto), ha fatto è un delitto che ha scosso le coscienze di tutta Italia. Giulia, la compagna con la quale era insieme dal 2021, era incinta al settimo mese. La coppia era in attesa del piccolo Thiago e neppure la gravidanza ha fermato la mano assassina di Impagnatiello. Non solo: l’uomo ha cercato di occultare il cadavere della giovane, ha tentato pure di dargli fuoco per ben due volte senza riuscirsi, salvo poi disfarsene. Nel mezzo odiose azioni per cercare di depistare gli inquirenti. A cominciare dai messaggi inviati sul cellulare di Giulia nel quale la supplicava di tornare a casa e di non farlo soffrire, messaggi inviati quando l’omicidio si era già consumato.

Sullo sfondo di questo femminicidio la doppia vita di Alessandro. Da un lato Giulia con il quale condivideva il sogno di una famiglia e la casa in via Novella al civico 14, zona residenziale di Senago, in provincia di Milano; dall’altro lato la relazione avviata a giugno 2022 con una collega 23enne, che nulla sapeva dell’esistenza di Giulia. Alessandro si barcamena tra le due storie, fino a quando a dicembre 2022 la 23enne scopre dell’altra donna e Alessandro le dice subito di averla lasciata. Nello stesso mese la 23enne scopre di essere incinta ma decide di interrompere la gravidanza. La storia va avanti ma la 23enne si rende conto di avere al fianco un bugiardo: «Quando lui mi ha detto che si erano lasciati, nelle mie visite a casa non trovavo più trucchi, spazzarono, accappatoio, i segni della presenza di Giulia – ha raccontato la giovane agli inquirenti – Non c’erano foto. Delle volte notavo dettagli tipo la piastra per capelli, ma mi diceva che ogni tanto Giulia tornava a prendersi ancora le sue cose». Ad aprile però i sospetti si riaccendono. Alessandro parte per Ibiza. La 23enne intuisce che non è solo, al suo rientro sbircia sul cellulare del 30enne e trova foto di lui e Giulia incinta. Lui si arrabbia, poi inventa una storia: «Mi ave va detto che il bambino non era suo, che avevano fatto un test del Dna. Io gli avevo creduto. Lui mi disse che il motivo del viaggio insieme a Giulia era stato fatto perché lei era giù di morale».

La ragazza abbozza, Impagnatiello però è costretto ad esibirle un test del Dna che avvalori la sua bugia. Funziona per poco. La 23enne trova sul suo iPad un «documento da lui composto, il logo e un facsimile di test, quindi ho avuto la certezza che fosse falso».

Nel frattempo anche Giulia inizia a maturare sospetti sulla fedeltà del compagno e scopre l’esistenza dell’altra donna, il che accende numerosi litigi tra i due. Si arriva al 27 maggio. La 23enne contatta per la prima volta Giulia al cellulare, dopo aver ‘rubato’ il numero dall’iPad di Alessandro. Le due donne decidono di incontrarsi, alla presenza di Alessandro. Ma il pomeriggio dell’appuntamento, fissato all’Armani Bamboo bar, Alessandro va via prima con una scusa. All’incontro restano solo Giulia e la 23enne, che subito solidarizzano: «Giulia arriva all’hotel, il nostro incontro è stato veramente cordiale tant’è che appena ci siamo viste ci siamo abbracciate per solidarietà femminile». Giulia, racconta la 23enne, rappresenta la ferma volontà di lasciare Impagnatiello e pensare al benessere del suo bambino. Parole che riscontrano il contenuto di alcuni messaggi intercorsi tra Giulia e il compagno prima dell’omicidio.

Le due si salutano, la 23enne offre a Giulia la possibilità di dormire a casa sua ma la 29enne rifiuta. Non può sapere, Giulia, che Alessandro non esiterà a colpirla a morte con un coltello. Ancora una volta è la 23enne a capire che qualcosa è accaduto. Dopo il delitto, Alessandro le scrive, chiede di incontrarlo con insistenza, ma lei rifiuta, limitandosi a parlargli tramite la finestra del ballatoio e quindi senza farlo entrare in casa: «Arrivata a casa ho notato Alessandro alla fermata del tram che mi aspettava. Poi ha iniziato a citofonare. Alla fine è salito ma gli ho parlato attraverso le sbarre della finestra del ballatoio. Lui insisteva ma io non ho voluto perché avevo paura. Avevo paura perché non sapevo che fine avesse fatto Giulia e di cosa fosse capace Alessandro». La 23enne, infatti, aveva più volte chiesto a Alessandro dove fosse Giulia ma lui aveva risposto che la giovane era a dormire da un’amica. Quindi, quando fu denunciata la scomparsa della giovane, la 23enne iniziò fortemente a sospettare che qualcosa di brutto fosse accaduto.

lunedì, 5 Giugno 2023 - 17:22
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