Sul ‘decreto Pa’ (Pubblica amministrazione) il Governo pone la fiducia alla Camera e infiamma le opposizioni ma soprattutto i magistrati contabili. Il testo, infatti, contiene una stretta sui controlli da parte della Corte dei Conti sulle spese del Pnrr e la proroga di un anno dello scudo erariale. A partire dalle 12.30 di oggi, martedì 6 giugno, si terranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia, mentre la chiama per appello nominale avrà luogo alle ore 14. Il Governo intende fare presto perché il decreto dovrà poi passare all’esame del Senato per essere convertito in legge, pena la decadenza, entro il prossimo 21 giugno
COSA PREVEDE IL DECRETO
Il disegno di legge di conversione del decreto 22 aprile 2023, n. 44, reca disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche e prevede anche nuove norme sulla Corte dei Conti in relazione al potere di controllo sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nello specifico viene escluso il controllo concomitante della Corte dei Conti sull’attuazione del Pnrr. Proprio questo punto ha infiammato il dibattito nei giorni scorsi.
LO SCONTRO SU CORTE CONTI
Finanche la Commissione Europa è intervenuta, annunciando di fatto di voler accendere un faro sulla vicenda e spiegando, attraverso un suo portavoce, che “monitorerà con attenzione” lo sviluppo della misura. Il portavoce aveva sottolineato come «i sistemi di controllo nazionali costituiscono i meccanismi principali per proteggere gli interessi finanziari dell’Ue e sono gli Stati membri che devono assicurarsi che non ci siano conflitti d’interesse e o frodi» e aveva ricordato che «l’Italia ha un sistema di controllo solido». Aggiungendo che esiste «un accordo con l’Italia sulla necessità di avere un sistema di controlli efficace per quanto riguarda la spesa dei fondi del Pnrr». Parole cui Palazzo Chigi ha replicato: le proposte» sulla Corte dei Conti non modificano quanto già concordato tra Commissione europea e Governo italiano e la disciplina dei controlli della Corte, istituita dal governo Draghi, non solo resta in vigore ma viene pienamente attuata.
Anche il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha manifestato la sua contrarietà: «La rivendicazione di un primato dei poteri discrezionali della Pa è tanto più credibile se alla richiesta di arretramento dei controlli esterni si accompagna un deciso rafforzamento delle linee di controllo interne, ma non mi pare che di ciò ci sia traccia significativa». Per Melillo, bisogna impiegare al più presto le risorse del Pnrr, ma bisogna «farlo bene, evitando che esse si disperdano nei mille rivoli degli abusi e della corruzione».
Non mancano le perplessità dei magistrati contabili per la doppia mossa dell’esecutivo: lo stop al controllo concomitante e la proroga dello scudo erariale. «Protrarre l’esclusione della responsabilità per colpa grave commissiva pone rilevanti dubbi di costituzionalità e di compatibilità con la normativa eurounitaria e genera un clima di deresponsabilizzazione, che non rafforza, ma depotenzia, l’efficacia dell’azione amministrativa», è stata la posizione espressa dall’Associazione magistrati della Corte dei Conti. Ai magistrati della Corte non basta l’apertura del tavolo di confronto sulle riforme: «Nelle more – hanno sottolineato chiedendo che le norme vengano ritirate – resta la netta contrarietà per la conferma degli emendamenti».
LA POSIZIONE DEI PARTITI
Movimento 5Stelle e Partito Democratico hanno annunciato barricate. «Daremo battaglia, sulla Corte dei Conti il Governo sta facendo una forzatura», assicurano dal Pd. «E’ inconcepibile che anche in questa occasione il governo possa sottrarsi ad una discussione democratica, noi vogliamo esporre le nostre ferme ragioni contro un decreto che imbavaglia la Corte dei conti ma ci aspettiamo che già alle 14, come sembra, il governo possa porre la questione di fiducia chiudendo qualsiasi spazio di confronto», ha spiegato Filiberto Zaratti capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in commissione Affari costituzionali della Camera.
Italia Viva e Azione, invece, non hanno manifestato contrarietà in quanto non vedono «colpi di mano» da parte del Governo.
martedì, 6 Giugno 2023 - 09:45
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