Omicidio di Giulia e del suo bimbo, il compagno e la madre chiesero notizie su telecamere in zona. Nuovo avvocato

giulia tramontano e alessandro impagnatiello
di Laura Nazzari

Si chiama Giulia, come la Giulia che lui ha ucciso senza pietà. Una coincidenza beffarda. L’una è morta, l’altra dovrà tutelare i suoi costituzionali diritti da imputato, dovrà essere cioè guardiano del giusto processo.

Giulia Geradini, 36 anni di Milano, è il nuovo avvocato di Alessandro Impagnatiello, il barman 30enne che ha ucciso a coltellate la compagna Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, e poi ne ha occultato il cadavere dopo aver cercato, invano, di dargli fuoco per ben due volte. Dopo la rinuncia alla difesa da parte del legale Sebastiano Sartori, che aveva preso l’incarico nelle prime roventi fasi dell’inchiesta, qualche avvocato (come citato da Repubblica) ha rifiutato di assumere la difesa, sino ad arrivare a Giulia Geradini che è entrata in scena in una giornata assai delicata delle indagini.

Oggi gli inquirenti (il pm di Milano Alessia Menegazzo e l’aggiunto Letizia Mannella) e i carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche, quelli del nucleo investigativo e della Compagnia di Rho sono tornati nell’appartamento dove Giulia e il piccolo Thiago che portava in grembo hanno trovato la morte. Nuovi rilievi, nuovi accertamenti. Ci sono delle tessere del puzzle ancora da inserire e poi c’è un nodo da sciogliere: gli inquirenti sospettano che Alessandro Impagnatiello possa essere stato aiutato nelle fasi successive all’omicidio. Le risposte potrebbero arrivare dall’appartamento dell’orrore in via Novella a Senago, in provincia di Milano.

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Qui i carabinieri, nella giornata di oggi, hanno prelevato tutto quanto è legato al delitto, a partire dal ceppo porta coltelli sopra il forno. Coltelli tra i quali verosimilmente (lo diranno le analisi) c’è anche quello – come indicato da Impagnatiello – usato per ammazzare. Tra i tanti sequestri anche quello di alcune bottiglie, tra cui il possibile contenitore della benzina con cui il 30enne avrebbe tentato nuovamente di bruciare il corpo. Nella casa moltissime le tracce ematiche e biologiche rinvenute: non solo in cucina, in soggiorno e negli altri locali, ma anche sulle scale che conducono al garage collegato direttamente con la cantina. Sui gradini non solo la cenere, quella di cui avevano parlato una vicina e un uomo delle pulizie, ma anche chiazze individuate sulle pareti. Tutti elementi che verranno prelevati ed esaminati in laboratorio: gli esiti, incrociati con quelli dell’autopsia di Giulia in programma per venerdì e coi risultati dell’analisi delle immagini delle telecamere, potrebbero portare a capire l’ora e il punto esatto in cui Giulia Tramontano è stata colpita, se ha reagito e ha cercato di difendersi, e quante sono state le coltellate inferte. Inoltre, ci sarebbero del buchi nella tempistica, orari che non tornano, e soprattutto si pensa che Giulia sia stata buttata tra le sterpaglie non all’alba del 31 maggio, ma uno o due giorni prima.

Sempre dai sopralluoghi di stamane i carabinieri hanno recuperato la patente, un bancomat e due carte di credito della giovane che Impagnatiello aveva fatto sparire allo scopo di far credere che Giulia si fosse allontanata: tutto il materiale era in un tombino nel piazzale nei pressi della fermata della metropolitana Comasina, il 30enne lo aveva gettato lì il giorno dopo il delitto mentre andava a lavoro. Il passaporto, invece, lo ha “bruciato la sera in cui ho ucciso Giulia”. Ciò che, invece, non si trova è il telefonino cellulare di Giulia.

Altro punto da chiarire. Alessandro e la madre il 29 maggio sarebbero andati in un bar, stando alla testimonianza del gestore, a qualche decina di metri dal luogo in via Monte Rosa, a circa 500 metri dalla casa, dove, nella notte tra il 31 maggio e il primo giugno, è stato trovato il cadavere, per chiedere informazioni sulla presenza di telecamere all’esterno del locale. Per quale ragione i due necessitavano di quella informazione?

Infine, si cercano altre prove prove a sostegno della premeditazione e della crudeltà, aggravanti che per la Procura sono solide ma che il gip ha escluso. Aggravanti su cui anche la famiglia Tramontano, come ha spiegato il legale Giovanni Cacciapuoti, “vuole vederci chiaro”.

martedì, 6 Giugno 2023 - 23:43
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