Navi e aerei alla Colombia, indagini interne di Leonardo e Fincantieri nelle mani della Digos. Parla l’ex ministro Ramirez


Quando il quotidiano La Verità e Striscia la Notizia pubblicarono il famoso audio che legava Massimo D’Alema, ex presidente del Consiglio, alla trattativa per la vendita alla Colombia di aerei e navi, i colossi industriali Leonardo e Fincantieri decisero di vederci chiaro. Perché gli aerei e le navi da destinare al Governo di Bogotà erano i loro, e perché in quell’audio D’Alema si poneva in qualche modo come mediatore. «Noi stiamo lavorando, perché siamo stupidi? No perché siamo convinti che alla fine riceveremo tutti noi 80 milioni di euro». E ancora: «Noi – scandisce l’ex premier al telefono nella registrazione – abbiamo ottenuto il 2% di provvigione, senza alcun tetto. Un risultato importante. E siamo in grado di garantire la firma del contratto». E insiste sulla necessità di schermare il tutto attraverso uno studio legale americano perché «la Colombia è all’attenzione degli Stati Uniti».

L’audio è stato acquisito dalla Digos di Napoli ed è agli atti dell’inchiesta che adesso vede indagato anche Massimo D’Alema e il big di Leonardo Alessandro Profumo. Agli atti vi sono anche due indagini interne. Sia Leonardo che Fincantieri condussero verifiche per capire cosa stesse accadendo. Dai report non sono emersi fatti o circostanze ritenute penalmente rilevanti. L’unico risvolto legato a questi accertamenti è l’allontanamento da Fincantieri di Giuseppe Giordo, il direttore generale della Divisione Navi Militari, ieri destinatario di un decreto di perquisizione e sequestro insieme con l’ex ad di Leonardo Alessandro Profumo, l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema e con Gherardo Gardo, nella veste di contabile di D’Alema.

Dunque, le perquisizioni. La Digos ha acquisito per lo più materiale informatico. I quattro destinatari dei decreti emessi dalla sezione reati economici dell’ufficio inquirente partenopeo sono indagati insieme ad altre quattro persone nell’ambito di una indagine su una compravendita “sospetta” da 4 miliardi di euro (poi sfumata) di navi, sommergili e aerei italiani alla Colombia. Sarà direttamente la Digos, ora, a passare al setaccio i dati sequestrati per individuare l’eventuale presenza di fatti penalmente rilevanti. Secondo quanto si apprende, la prima perquisizione a concludersi è stata quella che ha riguardato l’ex presidente del Consiglio. Tutte, comunque, sono state connotate da un’ampia disponibilità da parte degli indagati.

Le indagini della Procura di Napoli sulla compravendita – che, è l’ipotesi degli inquirenti, avrebbe potuto fruttare una maxi mazzetta da 80 milioni di euro – sono scattate nel marzo 2022, dopo il deposito di una denuncia negli uffici della Digos di Napoli (diretta dal primo dirigente Antonio Bocelli) nella quale si faceva pieno riferimento all’utilizzo da parte di Amato e Caruso, durante la presunta trattativa con la Colombia per la compravendita da 4 miliardi di euro per navi e aerei militari dall’Italia, dei loghi falsificati dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (APM) che ha proprio sede a Napoli. A presentare la denuncia furono Gennaro Migliore e l’ambasciatore Sergio Piazzi nel ruolo rispettivamente di presidente e segretario generale dell’APM.

Dalla Colombia, intanto, arrivano le dichiarazioni dell’ex ministro degli Esteri e vice presidente della Colombia, Marta Lucia Ramirez, chiamata in causa dall’inchiesta come una delle autorità colombiane che avrebbero dovuto ricevere una tangente in cambio della loro spinta all’acquisto di aerei e navi dall’Italia. «Non ho mai avuto alcun rapporto con l’acquisto di materiale militare da nessun Paese. Tutto ciò che riguarda il ministero della Difesa e gli acquisti di tale entità devono essere spiegati da coloro che facevano parte di quel dicastero», ha detto Ramírez al quotidiano colombiano El Tiempo. «L’ambasciata colombiana in Italia non mi ha mai presentato un rapporto sulle accuse dei media italiani contro l’ex premier Massimo D’Alema, che non conosco», ha aggiunto Ramírez, che ha poi invitato la giustizia a «indagare prontamente se vi sia stato o meno un accordo di corruzione tra fornitori italiani e acquirenti di aerei colombiani».

mercoledì, 7 Giugno 2023 - 16:29
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