I conti ‘pazzi’ di Visibilia, Santanchè si difende in Senato: «Niente avviso di garanzia». Mozione di sfiducia del M5S


Parla per 40 minuti, si difende, ringrazia il governo per la solidarietà. Alla fine Daniela Santanchè raccoglie due soli applausi dal centrodestra, nemmeno calorosi, mentre dall’opposizione si alza il coro «dimissioni!». E il M5S annuncia di aver presentato una mozione di sfiducia al Senato per la ministra del Turismo, sotto pressione per l’inchiesta giornalistica di Report su Visibilia. Ad annunciarlo è il senatore pentastellato Stefano Patuanelli, pochi minuti dopo l’informativa a Palazzo Madama della stessa Santanchè. In aula l’ex ministro grillino aveva salutato quattro ex dipendenti dell’imprenditrice, presenti in tribuna.

«Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia e che anzi – rivendica Santanché – per escluderlo ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi». L’esponente del governo Meloni attacca il quotidiano di De Benedetti, che oggi spara la notizia della sua presunta iscrizione sul registro degli indagati: «Il Domani pubblica cose senza citare le fonti. Ebbene delle due l’una: o questo giornale mente sapendo di mentire oppure sceglie questo giorno, quello del mio intervento per una classica imboscata per colpire un ministro del governo contro cui si scaglia ogni giorno. La ministra è furibonda perché dai media arriverebbero «pratiche sporche e schifose», e se «non fosse per il rispetto che porto per quest’aula dopo l’uscita proditoria del Domani chiuderei qua il mio intervento ma, aspettando un segno concreto da parte di tutti i colleghi provo a riprendere il filo del mio intervento».

La giaculatoria prosegue sugli stessi toni: «Contro di me è in atto una strumentalizzazione politica. Sono qui per difendere il mio onore e quello di mio figlio. Sono qui per il rispetto che deve a questo luogo e ai cittadini che rappresentiamo». E ancora: «Faccio impresa da quando ho 25 anni, sono partita da Cuneo con la forza del lavoro contando solo su me stessa, ho raccolto importanti successi imprenditoriali, sono fiera di aver dato lavoro a tante persone. Ho investito nella pubblicità, nell’intrattenimento e poi nell’editoria. Ho potuto scrivere pagine di successo». E inoltre «non mi sono mai appropriata di nulla che non mi appartiene, non ho mai abusato delle mie posizioni apicali delle aziende, sfido chiunque a dimostrare il contrario».

Respinge le allusioni: «La persona cui attingono i miei detrattori come grande accusatore a differenza di quanto riferito in televisione e su altri mezzi non è un piccolo risparmiatore ma secondo le notizie che lui stesso ha divulgato è una sorta di finanziere che si è trasferito prima a Londra poi in Svizzera e a Montecarlo e ora risiede alle Bahamas». Santanché smentisce di aver avuto un «controllo nel settore dell’alimentare biologico come molti media hanno raccontato. Ho svolto attività di impresa nel mondo della pubblicità, editoria, e intrattenimento e non ho mai superato il 5% della mia partecipazione». E precisa: «Nel 2010 il gruppo del settore biologico è stato preso non da me ma dal padre di mio figlio con cui non avevo più alcun legame e comunque con il suo intervento i lavoratori hanno avuto 12 mesi di retribuzione». Ma le giustificazioni non finiscono certo qui.

«Da Ki Group srl – spiega la ministro di FdI – ho incassato 27mila euro lordi in tre anni, una media di 9mila euro l’anno per gli anni precedenti, tra 2014 e 2018 in cui la società ha fatto margini operativi positivi, ho percepito dalla capogruppo un valore lordo annuo di circa 100mila euro». Quindi, non sarebbero «compensi stratosferici». Rivendica di nuovo: «Per 30 anni dal mio gruppo nessuno mi ha mai accusato di nulla. Oggi i miei collaboratori sapranno portare avanti la società, essendo io socia di minoranza». Quanto alla «complessa operazione di risanamento» delle 4 società Visibilia, Santanché sottolinea: «Ho messo a disposizione il mio patrimonio, per tutto ciò mi sarei quasi aspettata un plauso e sfido chiunque a indicarmi un numero cospicuo di persone che impegnano tutto il patrimonio per salvare le aziende». Ancora cerca di chiarire: «Dentro Visibilia spa c’era una dipendente part time. Sono stata accusata di aver usato le prestazioni della dipendente che invece era in cassa integrazione a zero ore. Di fronte alla contestazione tardiva della dipendente pur ritenendo le sue informazioni infondate ed essendo certa che lei non ha mai messo piede in Visibila, la società ha sanato la situazione considerandola in servizio senza che fosse pervenuta alcuna richiesta dagli enti preposti e prima della vicenda mediatica. Nessun altro dipendente ha sollevato questioni sulla cassa integrazione. La trasmissione televisiva (Report, ndr) pensava di avere una non notizia bomba invece era una non notizia».

Allontana i sospetti pure dal mentore Ignazio La Russa, che presiede la seduta: c’è stato un «unico intervento professionale» da parte del suo studio legale. Poi minimizza: «Cosa resta alla fine: note di colore sul mio abbigliamento, per le case, per le mie amicizie, per i nomignoli che mi sono stati dati. Mi hanno anche accusato erroneamente di aver preso delle multe in sosta vietata quando le multe erano dell’Arma dei Carabinieri a cui avevo dato in comodato una mia auto per rinunciare ad una di scorta. Io no ho nessuna multa da pagare». E tenta un improbabile finale zen: «Sono una persona felice, che non odia il mondo. Quando mi guardo allo specchio mi piace quello che vedo riflesso. Solo chi ruba nasconde, io non ho nulla da nascondere». E quello «che mi fa sorridere è che le critiche più feroci vengono da persone che in privato hanno tutt’altro atteggiamento». La prova del nove sarà la mozione di sfiducia.

mercoledì, 5 Luglio 2023 - 17:25
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