Ricordate la vicenda Navigator in Campania, col braccio di ferro tra il governatore De Luca e i vincitori della selezione per supportare i Centri per l’Impiego nella gestione dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza? Una coda di quella storia è finita in tribunale, con la Regione che ha citato in giudizio il difensore civico regionale, Giuseppe Fortunato. De Luca si è visto però respingere il ricorso al giudice civile, nel quale Palazzo Santa Lucia chiedeva, tra l’altro, un risarcimento danni di 25.000 euro.
A innescare la causa una serie di note, inviate da Fortunato alla Regione, con le quali si invitava a contrattualizzare i Navigator, come avvenuto nelle altre Regioni. Citando in giudizio il difensore civico, De Luca chiedeva la nullità dei suoi atti, e un risarcimento danni. Tuttavia il giudice Ulisse Forziati – decima sezione civile del tribunale di Napoli – con sentenza emessa il 10 luglio ha dichiarato inammissibile la richiesta di dichiarare nulle le note di Fortunato. Rigettate anche le domande risarcitorie: quella della Regione e quella riconvenzionale dello stesso difensore civico. Compensate, infine, le spese di lite.
«La domanda della Regione volta ad accertare la nullità delle note inviate dal difensore civico è inammissibile per difetto di un valido interesse ad agire (…) – scrive il giudice – e ciò per due ordini di motivi. In primo luogo, perché le suddette note costituiscono atti endo-procedimentali (atto intermedio nell’iter che porta ad adottare il provvedimento amministrativo, ndr), come tali privi di effetti e perciò inidonei a ledere la sfera giuridica della Regione, che non era certo obbligata ad adeguarsi ai meri inviti del difensore civico. In secondo luogo, perché essendo intervenuta la stipula della convenzione tra Regione e Anpal Servizi (circostanza allegata in atto di citazione), il procedimento innescato dal difensore civico si è definitivamente arrestato, sicché non si comprende quale sia l’interesse attuale dell’attrice ad ottenere una pronunzia di accertamento della nullità degli atti procedimentali nelle more adottati».
La richiesta risarcitoria della Regione, invece, è respinta «per mancata prova del danno subito». Inoltre, «quanto al danno non patrimoniale – si legge nella sentenza -, i toni utilizzati dal difensore civico per quanto inutilmente ironici e assolutamente inadatti in un contesto istituzionale (…) non sono tali da ledere l’onore e la reputazione della Regione e dei suoi organi di vertice», ossia il governatore.
mercoledì, 12 Luglio 2023 - 13:44
© RIPRODUZIONE RISERVATA