Stragi del ’92, ergastolo a Messina Denaro nel giorno del 31esimo anniversario dell’omicidio del giudice Borsellino

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L'arresto di Matteo Messina Denaro

Per i giudici partecipò al piano stragista ordito da Cosa Nostra e quindi va considerato a tutti gli effetti uno dei mandanti degli attentati del 1992. Matteo Messina Denaro, il boss di mafia arrestato lo scorso 16 gennaio dopo 30 anni di latitanza, si è visto confermare la sentenza di condanna all’ergastolo: la decisione della Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta è arrivata dopo 4 ore di camera di consiglio; in aula il procuratore generale Antonino Patti, i sostituti Fabiola Furnari e Gaetano Bono. Ha, invece, disertato l’udienza, ancora una volta, l’imputato, che ha scelto di non collegarsi in videoconferenza dal carcere de l’Aquila in cui è detenuto.

«Questo processo accerta, secondo noi in maniera solida, che Matteo Messina Denaro nella veste di reggente della famiglia mafiosa di Trapani, ha partecipato alla commissione regionale e ha ordito assieme a Totò Riina e agli altri l’inizio e il proseguimento della stagione stragista. E’ una sentenza che chiude il cerchio, per come ci aspettavamo del resto, dopo la condanna del boss per la partecipazione a tutti gli episodi stragisti del continente», ha commentato Patti. «Il fatto che il verdetto arrivi oggi nel giorno della commemorazione della strage di via D’Amelio è importante perché non bisogna mai dimenticare i fatti del ’92. – ha aggiunto il magistrato – Oggi sicuramente viviamo in una situazione più serena da questo punto di vista ma mai dimenticare il dramma di quegli anni».

Il verdetto è arrivato in un giorno particolare: il 31esimo anniversario dell’eccidio di Via D’Amelio costato la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta. I figli di Borsellino, che erano costituiti parte civile, erano assenti. Per loro ha parlato il legale, Fabio Trizzino, marito di Lucia. «Questa decisione – ha detto – è arrivata proprio il 19 luglio, che è una coincidenza, ma è anche un modo per riconciliarsi con le istituzioni che noi non abbiamo mai in nessun modo avversato o attaccato. Semmai – ha concluso – è la dimostrazione che la nostra fiducia verso le istituzioni nonostante i depistaggi, gli errori, è rimasta intatta. Perché noi sentiamo forte la testimonianza in vita di Borsellino».

mercoledì, 19 Luglio 2023 - 23:25
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