Inchiesta sul suicidio del presidente di Visibilia, autopsia conferma: Ruffino non aveva malattie gravi. Dall’esame autoptico eseguito questa mattina sul corpo del presidente di Visibilia Editore, che si è sparato nella sua abitazione lo scorso sabato a Milano, non sarebbe emerso nulla di rilevante. L’ipotesi di una grave patologia, circolata in ambienti politici dopo il suicidio, era stata già smentita dagli inquirenti e dagli investigatori. Adesso la conferma arriva anche dall’esame autoptico compiuto all’Istituto di medicina legale di Milano.
La famiglia, assistita dall’avvocato Fabio Re Ferrè, non ha nominato un proprio consulente. A Ruffino non era mai neppure stata diagnosticata la depressione. Anche se era apparso giù di morale nei giorni prima della morte. Tanto che era stata la compagna Anna, in quel momento in vacanza a San Teodoro in Sardegna, ad avvertire il figlio Mirko dopo aver sentito il tono della sua voce al telefono. Una volta arrivato a casa, il figlio aveva trovato il corpo del padre senza vita.
Il manager, in uno dei sei bigliettini scritti a mano, aveva parlato di «tensioni e sofferenze» accumulate negli ultimi anni «che hanno saturato i miei spazi». Gli investigatori della squadra mobile, coordinati dalla procura di Milano, hanno sequestrato il pc, il cellulare e le chiavette di Ruffino. Da lì potrebbero emergere nuovi dettagli sulle motivazioni che lo hanno spinto al suicidio, gesto sul quale non ci sono dubbi.
giovedì, 10 Agosto 2023 - 20:53
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