Avverte che la sua non sarà una passerella e promette che la visita sarà il segnale di un intervento di bonifica del territorio. Il premier Giorgia Meloni annuncia la tappa al Parco Verde di Caivano dopo l’appello lanciato da don Maurizio Patriciello a seguito dello stupro di due bambine da parte di un branco di ragazzini.
La notizia scandisce il Consiglio dei ministri tenutosi in serata e arriva a Caivano alla vigilia di una manifestazione organizzata da alcuni comitati cittadini e sostenuta da diversi politici. «L’obiettivo del Governo è al tempo stesso di ‘bonificare’ l’area, garantendo che per la criminalità non esistono zone franche – ha spiegato il premier – Intendo raccogliere l’invito formulato da don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, a recarmi sul luogo – ha spiegato -: non però per una semplice visita o, peggio, per una passerella, bensì per offrire sicurezza alla popolazione, e per offrire ai giovani la possibilità di praticare sport, anche di livello. Insieme ai ministri Piantedosi e Abodi, ritengo che il Centro sportivo debba essere ripristinato e reso funzionante, immaginando – una volta superate le formalità burocratiche, ma il prima possibile – di affidarne la gestione al gruppo sportivo delle Fiamme Oro».
Don Patriciello è pronto ad accogliere Giorgia Meloni: «Ringrazio il presidente del Consiglio che ha accolto il mio invito. Ha mostrato sensibilità. Da credente ringrazio il Signore che ci dà la forza di andare avanti e di non arrenderci». Sul territorio c’è chi ci prova a non mollare. Domani sera proprio dalla parrocchia di San Paolo Apostolo, guidata da don Patriciello, partirà la manifestazione indetta dai comitati cittadini, al Parco Verde, per mostrare sostegno e solidarietà alle vittime dello stupro. Alcuni politici hanno già annunciato la loro adesione. «Di fronte a questi fatti non si può e non si deve rimanere indifferenti, riguardano tutti», hanno detto in una nota i parlamentari M5S, Michele Gubitosa (membro della Commissione d’inchiesta antimafia), Pasquale Penza, Antonio Caso, Carmela Auriemma ed il coordinatore regionale Salvatore Micillo.
Ha risposto presente anche il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli: «Il Parco Verde non può essere abbandonato dalle Istituzioni, lì vivono tante persone perbene che ogni giorno, rispettando la legge, combattono il degrado umano e sociale di quel quartiere. A quelle persone bisogna garantire un futuro».
E, tuttavia, i problemi da affrontare sono numerosi e non basterà una visita del premier per ricacciare indietro le tenebre dal Parco Verde di Caivano. C’è, per dirne una, carenza di assistenti sociali e nessuno ad oggi se n’è interessato. «Caivano, trentaseimila abitanti, tre assistenti sociali, l’ultima delle quali assunta una settimana fa. Dovrebbero essere sette per legge. Un ambito territoriale dove le piazze dello spaccio prendono il posto di servizi assenti: scuole, asili, centri di aggregazione. Qui il problema non è fare le pulci alle relazioni degli assistenti sociali, ma una terra dimenticata dalla politica che, colpevolmente o semplicemente per snobismo, condanna e non frequenta questi luoghi», dice Gianmario Gazzi, presidente dell’ordine degli assistenti sociali, dopo lo stupro di Caivano e le polemiche che ne sono seguite. «Chi oggi cerca scuse e si lava la coscienza con un tweet faccia il proprio dovere, dal governo o dall’opposizione, spenda i soldi stanziati per i servizi – aggiunge il presidente dell’Ordine degli assistenti sociali – rispetti le leggi che approva, dia a queste persone, ai minorenni e alle loro famiglie, il diritto di cittadinanza negato da anni. La nostra totale solidarietà e comprensione alle vittime, ma lo dico a tutte e tutti, non basterà se ne parleremo soltanto dopo ogni violenza».
Meloni, dunque, è attesa a Caivano. Non senza polemiche. Il primo a criticare i toni dell’intervento del premier è Massimiliano Iervolino, segretario dei Radicali Italiani: «Siamo sinceramente contenti della visita della Premier Giorgia Meloni a Caivano. Odiamo puntualizzare l’ovvio, ma ci sentiamo di dire che, andando in giro per l’Italia, troverà molti luoghi non controllati dallo Stato. Il Parco Verde di Caivano è solo uno dei tanti luoghi controllati dalla camorra. Se la soluzione auspicata è la rituale politica securitaria, si andrà incontro al fallimento. In Italia c’è un giro d’affari di 14 miliardi di euro/anno che produce morti, stupri e controllo del territorio». «Per bonificare queste aree – insiste – esiste solo una soluzione: la legalizzazione di tutte le droghe. È indispensabile togliere i soldi dalle casse della mafia, della camorra e della ‘ndragheta, il resto è propaganda. Con una delle nostre 6 proposte di legge depositate in cassazione chiediamo la decriminalizzazione delle sex work, anche in questo caso significa sottrarre 3 miliardi dalle casse delle mafie. Le visite proibizioniste durano il tempo di una passeggiata e non risolvono i problemi, lo dice la storia, purtroppo».
lunedì, 28 Agosto 2023 - 21:04
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