Si è spento a Roma all’età di 98 anni il presidente della Repubblica emerito Giorgio Napoletano. La notizia della sua morte è arrivata intorno alle 8 di questa sera. Napolitano era ricoverato da tempo in una clinica della Capitale ma le sue condizioni si erano complicate negli ultimi giorni.
Nato a Napoli il 29 giugno del 1925, è diventato Presidente della Repubblica il 15 maggio del 2006. E’ stato anche il primo a essere eletto per un secondo mandato, il 20 aprile 2013. Era stato eletto deputato per la prima volta nel 1953. E’ stato anche presidente della Camera (1992-1994) e ministro dell’Interno (1996-1998, primo Governo Prodi).
Tra gli atti politici più eclatanti va ricordato quanto accadde la notte dell’11 novembre 2011: l’Italia era vicina al fallimento finanziario; lo spread sfiorava i 600 punti e il rendimento dei titoli, e degli interessi da versare, continuava a salire. Nell’estate del 2011 la Bce aveva imposto al Governo italiano una cura da cavallo per arginare la crisi e nell’autunno del 2011 si profila il rischio di un declassamento. A fine ottobre Francia e Germania avevano lanciato l’ultimatum a Berlusconi sulle misure per debito e crescita. Ma il Cavaliere rimase immobile. Così Napolitano, quella notte dell’11 novembre 2011, convinse il premier Silvio Berlusconi a dimettersi e affidò a Mario Monti la guida di un governo di unità nazionale, sul modello di quello che nel ’78 vide alleati la Dc e il suo Pci, un governo le cui sorti non furono felici come il destino dell’Italia che finì in recessione.
La mossa espose Napolitano a forti polemiche. I critici parlarono di Repubblica presidenziale e di interpretazione estensiva delle sue prerogative sulla vicenda delle dimissioni di Berlusconi. I sostenitori, invece, giudicarono la mossa determinante per evitare il collasso del Paese. Giorgio Napolitano sarà ricordato anche per la sua costante moral suasion a smussare gli spigoli nella ricerca di una collaborazione tra i partiti per il bene del Paese. Larghe intese, quindi, anche per contrastare un certo ‘fanatismo moralizzatore’ interpretato dal Movimento Cinque Stelle che tanto lo disturbò negli anni della sua permanenza al Quirinale. Nel 2013, ad esempio, Napolitano rilasciò una dichiarazione durissima contro i grillini. L’antefatto: Napolitano aveva inviato un accorato messaggio alle Camere sulla situazione delle carceri e il Movimento 5Stelle interpretò quel messaggio come un implicito aiuto a Berlusconi sull’amnistia per i suoi procedimenti in corso. I giornalisti che seguivano Napolitano a Cracovia gli fecero notare le reazioni del M5s alla sua iniziativa e il presidente sbottò visibilmente arrabbiato: «Quelli che mi accusano di volere un’amnistia pro-Berlusconi sanno pensare a una sola cosa, hanno un pensiero fisso e se ne fregano dei problemi della gente e del Paese. E non sanno quale tragedia sia quella delle carceri. Non ho altro da aggiungere».
Napolitano è stato il primo ex comunista a diventare Presidente della Repubblica; è stato anche il primo ex comunista nominato ministro dell’Interno; il primo dirigente comunista inviato negli Stati Uniti. Da Capo dello Stato ha nominato cinque presidenti del Consiglio: da Romano Prodi a Matteo Renzi, passando per il Berlusconi IV, l’Esecutivo tecnico del bocconiano Mario Monti e quello di Enrico Letta.
venerdì, 22 Settembre 2023 - 21:16
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