Le elezioni amministrative 2024 a Castellammare di Stabia adesso non sono più scontate. E le manovre già in corso nel mondo politico locale per prepararsi all’atteso appuntamento devono fermarsi. Per ora. In serata la terza sezione del Consiglio di Stato ha annullato la sentenza del Tar Lazio con la quale, la scorsa primavera, veniva confermato lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche del Consiglio comunale di Castellammare di Stabia, scioglimento che era stato disposto nel 2022 dal Viminale. Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello dell’ex sindaco Gaetano Cimmino e di 19 ex pubblici amministratori. I giudici, si legge in una nota stampa di Cimmino, hanno «rilevato anzitutto che i ricorrenti non hanno potuto svolgere nel giudizio di primo grado “compiutamente” il proprio diritto di difesa a fronte del mancato deposito da parte del ministero dell’Interno degli atti istruttori del procedimento di scioglimento comunale».
Secondo il Consiglio di Stato «non può infatti essere escluso che il difetto istruttorio si sia riverberato sull’adeguatezza delle contestazioni degli appellanti che hanno formulato le proprie doglianze, anche con il mezzo dei motivi aggiunti, solo sulla base delle motivazioni contenute nelle relazioni prefettizie senza prendere visione degli atti dell’istruttoria». D’altra parte, precisa il Giudice «forse neppure il Tar, in relazione alla insufficiente riposta ad una esigenza probatoria dallo stesso manifestata, si è potuto trovare nella condizione di esercitare il suo sindacato in una misura completa».
In secondo luogo il Consiglio di Stato ha rilevato che la motivazione della sentenza di primo grado risulta “meramente apparente” ed estremamente “generica”: non è rinvenibile alcun riferimento argomentato ai vari elementi indiziari sui quali si è basato il censurato decreto di scioglimento, e non consente in alcun modo di comprendere il percorso logicogiuridico su cui il Tar ha fondato le proprie conclusioni, non assolvendo in tal modo alla finalità di esternare un ragionamento il risultato cui si perviene. In particolare «la decisione non ha individuato le ragioni ulteriori rispetto alla generica affermazione della sua infondatezza, di cui, però, non viene dato puntualmente conto e spiegazione, se non attraverso l’utilizzo di astratti principi». Il Tar, secondo quanto annotato dal Consiglio di Stato, avrebbe dovuto esaminare le circostanze fattuali anche alla luce delle allegazioni dei ricorrenti e non solo con l’indicazione dell’elenco di taluni elementi indizianti sulla contiguità tra gli organi comunali e la criminalità organizzata (ad esempio, sono indicate genericamente alcune operazioni di polizia giudiziaria senza collegarle all’incidenza sui presupposti di legge per l’adozione del provvedimento impugnato o la “riscontrata rete di rapporti parentali e di frequentazioni che esisteva da taluni amministratori e esponenti delle locali consorterie”, senza un giudizio sulla loro univocità e rilevanza).
Gli atti tornano al Tar del Lazio che dovrà, in composizione diversa dalla precedente, rivalutare la legittimità del provvedimento di scioglimento comunale alla luce delle chiare statuizioni del Consiglio di Stato. «Questo dispositivo conferma l’esigenza di chiarezza rispetto ad un provvedimento sul quale fin da subito abbiamo espresso le nostre perplessità. Sin dall’inizio eravamo certi che la sentenza del Tar era priva di elementi e di motivazioni che hanno portato ad uno scioglimento che ha colpito l’intera città e che ci ha portato a fare ricorso al Consiglio di Stato. Il testo prodotto dai giudici, stando ai contenuti, farà giurisprudenza», ha commentato l’ex sindaco di Castellammare di Stabia Gaetano Cimmino.
Sulla decisione del Consiglio di Stato si è espressa anche la deputata e coordinatrice provinciale di Forza Italia, Annarita Patriarca: «E’ una vittoria per la città», ha detto. «Fin dalla lettura delle carte abbiamo sempre espresso rispettose ma ferme perplessità sulla reale fondatezza di un’accusa che ha ingiustamente macchiato una intera comunità interrompendo un’esperienza amministrativa, guidata dal sindaco Gaetano Cimmino, che con grande sacrificio e impegno stava lavorando per offrire agli stabiesi una nuova idea e una nuova visione della città, reduce da anni di insoddisfacenti gestioni politiche. E la sentenza del Consiglio di Stato conferma queste nostre iniziali impressioni quando parla di “estrema genericità delle motivazioni” che non consente “in alcun modo di comprendere il percorso logico-giuridico su cui il Tar ha fondato le proprie conclusioni”. Di fatto, abbiamo assistito a uno scioglimento al buio di un’amministrazione comunale», ha aggiunto Patriarca. La deputata ha quindi lamentato che «a favore dello scioglimento di Castellammare, abbiamo registrato e denunciato, a suo tempo, un pressing politico, da parte dei partiti di sinistra e di alcuni suoi ben noti esponenti, che va ben oltre l’aggettivo disonorevole». «La battaglia politica, combattuta con le armi della giustizia, è per fortuna una parentesi che abbiamo consegnato agli annali più tristi della nostra storia – ha concluso Patriarca -. Una battaglia che non solo oggi si è rivelata inutile ma che ha danneggiato soltanto la comunità di Castellammare di Stabia, alla quale dev’essere ridata una nuova occasione di riscatto e di rinascita».
mercoledì, 15 Novembre 2023 - 19:22
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