E’ corsa contro il tempo per i 150 dipendenti della Ipercoop di Afragola destinatari di una lettera di licenziamento collettivo lo scorso 24 novembre. Le saracinesche del supermercato sono chiuse da ottobre del 2002 e da allora i lavoratori sono in balia dell’incertezza sul loro futuro. La cassa integrazione che in questo lungo anno ha fornito loro un risibile sostegno economico sta per concludersi: scade il 31 gennaio. E non è ancora stata trovata una soluzione.
«Noi come struttura di Afragola eravamo legati alle strutture di Quarto e di Giugliano, queste due strutture nel 2022 sono state vendute a Sole365 ma noi non abbiamo potuto seguirli perché la struttura, la pietra, appartiene a Igd che è, per il 51%, della Coop ma siccome Igd ha ritenuto non idoneo il Sole 365 non siamo stati venduti», ha spiegato Maria Buonocore, dipendente licenziata e sindacalista della Uil. Uno stallo durato a lungo. Ma forse uno spiraglio di luce si è aperto. Il 29 dicembre c’è stato un tavolo in Regione Campania per cercare di trovare la quadra e stavolta sembra che la rinnovata richiesta di interesse del Sole 365 non sia stata scartata a priori.
In campo anche diversi parlamentari, come il deputato del Pd Marco Sarracino che ha fatto più volte visita ai lavoratori e sta compulsando anche l’Esecutivo sulla vicenda: «Ci sta seguendo quasi come un fratello – ha sottolineato Buonocore – e noi lo ringraziamo e gli saremo sempre grati».
Si lavora, dunque, per proteggere il destino di lavoratori che sono ‘cresciuti’ insieme all’Ipercoop. «Questo posto lo abbiamo aperto noi, ci sono i nostri sforzi, i nostri sacrifici. Siamo stati assunti tutti quanti nel 1999, quando qui attorno non c’era niente, neppure la viabilità. C’erano strade ancora da costruire», ha sottolineato Maria Buonocore. Che con forza sottolinea che questa è «casa nostra», come ‘grida’ lo striscione che campeggia dinanzi alla saracinesca chiusa dell’Ipercoop e dinanzi al quale i lavoratori sono riuniti in presidio fisso dal 24 novembre. «Noi vorremmo soltanto lavorare dignitosamente – ha concluso Maria Buonocore -. Vogliamo vivere dei soldi delle nostre braccia e del sudore della nostra fronte. Vogliamo il nostro posto di lavoro».
mercoledì, 3 Gennaio 2024 - 16:33
© RIPRODUZIONE RISERVATA