Appalti Anas, Tommaso Verdini e altri indagati non rispondono al gip. E tra gli inquisiti spunta un altro ex parlamentare

Tribunale di Roma

Inchiesta appalti Anas, Tommaso Verdini si è avvalso della facoltà di non rispondere al gip di Roma nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia. Come lui gli altri indagati – tra cui Fabio Pileri, socio di Verdini jr – che il 28 dicembre scorso sono state raggiunte da misura cautelare nell’ambito della indagine della Procura di Roma. Nello stesso procedimento risulta indagato, ma non colpito da misura, anche Denis Verdini, padre di Tommaso. Secondo alcuni media, indagato anche un altro ex parlamentare, Vito Bonsignore, 80 anni: si sarebbe rivolto alla Inver, società di lobbyng di Verdini jr, per promuovere progetti relativi ad alcune opere infrastrutturali tra cui la Orte-Mestre e la Ragusa Catania.

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Dalle carte dell’indagine e della Guardia di Finanza emergono, inoltre, altri favori che la presunta ‘cricca’ avrebbe garantito ad esponenti politici per ottenere gli appalti milionari dell’Anas. In particolare Tommaso Verdini, stando a quanto scrivono i quotidiani, si sarebbe speso per trovare i biglietti della Scala per il sottosegretario Federico Freni (non indagato). «Verdini – scrivono le Fiamme Gialle – si è prodigato a trovare anche un alloggio in hotel, a prenotare la cena in un noto ristorante di Milano a favore del sottosegretario e acquistare dei biglietti per la Prima della Scala».

In una delle informative della Guardia di Finanza è citata una intercettazione ambientale di Denis Verdini che definirebbe «tutta fuffa» l’indagine. Commentando nel luglio del 2022 le perquisizioni effettuate, l’ex coordinatore del Pdl affermerebbe che «è sempre la stessa storia: c’è qualcosa di politico che vogliono trovare e che non c’è, ma che vogliono trovare perché uno è Verdini in testa c’è Salvini (non indagato, compagno della figlia di Verdini ndr)». Tommaso Verdini è accusato, assieme agli altri colpiti da misure cautelari, di corruzione e turbativa d’asta. «Questa indagine è durata due anni – spiega l’avvocato Alessandro De Federicis, difensore di Pileri -. Il giudice ha impiegato 5 mesi per scrivere l’ordinanza. La scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere era obbligata. Abbiamo visto molte cose sulle quali avremmo da dire, ma in questa fase dobbiamo prima verificare l’entità dell’accusa».

giovedì, 4 Gennaio 2024 - 08:00
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