Magistratura e rapporti con nuovi media, convegno Unicost a Napoli tra difesa di libertà e appelli a sobrietà | Video

di Gianmaria Roberti

Il tema cruciale dell’indipendenza della magistratura, declinato in diversi ambiti. Anche nel rapporto con i media e i social network. Ad affrontarlo è stato il convegno promosso da Unicost a Napoli, dal titolo “Dialoghi sull’indipendenza del magistrato. Interpretazione della legge, social media, manifestazione del pensiero”. «Non è pensabile che il magistrato viva avulso dal contesto sociale» premette Rossella Marro, presidente nazionale di Unicost, nel simposio alla Biblioteca De Marsico di Castel Capuano. Ogni toga può dunque «da cittadino, partecipare al dibattito pubblico, anche attraverso l’associazionismo giudiziario, che è palestra di riflessione culturale». Tuttavia «deve esprimersi con sobrietà», ispirandosi ai «criteri di equilibrio, dignità e misura» sottolinea la presidente di Unità per la Costituzione.

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Ma nella pratica, i magistrati sono sovraesposti. E, anche di recente, diventano bersaglio di attacchi. «Abbiamo assistito – dice Marro – ad attività di dossieraggio nei confronti di giudici, si scava nel passato fino a recuperare fotografie o video di partecipazioni ai tempi del liceo». Oppure «si scandaglia la vita personale del magistrato e dei familiari». E quando esercitano le funzioni, si moltiplicano le aggressioni. «Si manifesta fastidio nei confronti dell’attività di interpretazione costituzionalmente orientata, come se – sostiene Marro – l’attività di interpretazione della legge nell’ambito del più ampio contesto dei principi costituzionali e comunitari sia da bollare come attività eversiva e non come espressione dei più alti principi di una democrazia matura». I magistrati tuttavia sono «consapevoli dei rischi di una interpretazione creatrice fondata su visioni culturali», così come quelli di «una interpretazione formalistica». Però «è molto pericoloso l’attacco che si muove ad un provvedimento attraverso l’attacco strumentale di chi lo ha emesso». Perché ci si dimentica che essi sono «selezionati attraverso un rigoroso e severo concorso pubblico».

IL CONVEGNO DI CASTEL CAPUANO
La giornata di lavori è iniziata con la presentazione della presidente Marro e i saluti di Eugenio Forgillo, presidente Corte di Appello di Napoli; Antonio Gialanella, procuratore generale facente funzioni di Napoli; Titti Troianiello, presidente Coa di Napoli; Patrizia Intonti, presidente Cda Biblioteca De Marsico; Giovanni de Angelis, della segreteria distrettuale di Unicost, e Valentina Ricchezza, segretaria Centro Studi Nino Abbate.

L’evento è proseguito con la tavola rotonda – moderata da Antonio Balsamo, Direttore del Centro Studi Nino Abbate, e Antonella Ciriello, del Comitato direttivo della Scuola Superiore della Magistratura -, a cui parteciperanno: Andrea Longo, professore di Diritto costituzionale; Giulia Merlo, giornalista; Raffaele Sabato, giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo; Giuliano Scarselli, Professore di Diritto processuale civile. A seguire il dibattito, animato da: Attilio Belloni (avvocato del foro di Napoli), Marco Bisogni (consigliere del Csm), Giuliano Caputo (sostituto procuratore Napoli), Ernesto Carbone (consigliere del Csm), Michele Ciambellini (giudice del Tribunale di Napoli), Fabio Ciraolo (giudice del Tribunale di Catania), Cetta Criscuolo (ges Napoli), Pierpaolo Filippelli (cdc Anm), Silvia Grassi (addetto stampa Csm), Pietro Indinnimeo (giudice del Tribunale di Salerno), Antonino Laganà (consigliere del Csm), Alessandra Maddalena (Vicepresidente Anm), Monica Mastrandrea (giudice del Tribunale di Torino), Andrea Penta (consigliere di Cassazione), Maria Ludovica Russo (giudice del Tribunale di Napoli), Rodolfo Sabelli (procuratore della Repubblica di Cagliari), e Giuseppe Zullo (giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere). Le conclusioni sono state affidate a Roberto D’Auria (consigliere del Csm).

sabato, 24 Febbraio 2024 - 21:55
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