Giorgia Meloni archivia Gennaro Sangiuliano con poche parole e cerca di dare una svolta alla narrazione che in questi giorni ha abbracciato l’ormai ex ministro della Cultura e il G7 Cultura organizzato in Italia creando tensioni di non poco conto per il Governo.
Non appena, nella serata di ieri, rimbalza la notizia delle dimissioni di Sangiuliano, Giorgia Meloni dirama un comunicato stampa che la dice lunga sulla volontà della premier di creare un solco profondo tra le vicende (personali) di Sangiuliano e il percorso del suo Esecutivo: poche parole, appunto, per ringraziare Sangiuliano («Ringrazio sinceramente Gennaro Sangiuliano, una persona capace e un uomo onesto, per lo straordinario lavoro svolto finora, che ha permesso al Governo italiano di conseguire importanti risultati di rilancio e valorizzazione del grande patrimonio culturale italiano, anche fuori dai confini nazionali»), e poi subito la notizia della nomina del nuovo ministro della Cultura. Entra in squadra un altro ex giornalista, Alessandro Giuli, considerato anche lui un ‘meloniano’, che era stato nominato dallo stesso Sangiuliano un paio d’anni fa alla presidenza della Fondazione MAXXI di Roma. «Proseguirà l’azione di rilancio della cultura nazionale, consolidando quella discontinuità rispetto al passato che gli italiani ci hanno chiesto e che abbiamo avviato dal nostro insediamento ad oggi», si legge nella nota stampa.
Con questa mossa, Giorgia Meloni spera di chiudere in fretta questa vicenda per questa riguarda l’esposizione del Governo e punta a recuperare il terreno perso sull’organizzazione del G7 Cultura del 19-21 settembre. Il caso Sangiuliano, per quanto lo si voglia derubricare a mero gossip, ha avvelenato anche la gestione del grande evento che si concentrerà a Napoli. Pompei sarebbe dovuta essere una tappa importante, e invece per via del Boccia-gate la città del Santuario è ora a rischio. L’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, che ha messo con le spalle al muro il ministro Sangiuliano dopo il naufragio della loro relazione (extraconiugale per Sangiuliano) e la cancellazione della nomina di lei a consigliere dei grandi eventi del ministro della Cultura, ha sostenuto di essere entrata in possesso di informazioni riservate sulla gestione del G7. Sangiuliano ha smentito. Ma il punto è che il dubbio si è insinuato. E il Governo è andato in difficoltà coi “partner” internazionali che saranno ospiti dell’evento. Sui giornali stranieri è iniziata a comparire la parola «ricatto» accanto al ministro e a quel punto Meloni ha capito che il cambio di passo era necessario e la linea della difesa di Sangiuliano per non cedere al pressing degli avversari politici non avrebbe pagato. Tropo alto il rischio che la storia rischiasse di travolgere l’immagine dell’intero esecutivo. Ora si va avanti, sempre che Maria Rosaria Boccia non sganci altre “bombe”.
sabato, 7 Settembre 2024 - 09:52
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