Confidenze alla giudice indagata, il Csm sospende la laica Natoli (FdI)

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Rosanna Natoli
di Laura Nazzari

Finanche il capo dello Stato Sergio Mattarella l’aveva invitata a dimettersi dal Consiglio superiore della magistratura. Ma lei ha resistito. Unicamente aveva accettato di fare un passo indietro rispetto al suo incarico all’interno del consiglio di disciplina dell’organo di autogoverno delle toghe. Invece oggi pomeriggio su Rosanna Natoli, e di riflesso anche su Fratelli d’Italia cui l’avvocato appartiene (politicamente parlando), si è abbattuta una nuova, stavolta prevedibile, decisione che mette in cattiva luce la pervicacia degli esponenti “meloniani” a non voler rendere conto del proprio operato quando su di esso si addensano parecchie nubi.

Natoli, lo ricordiamo, aveva incontrato nel suo studio legale la giudice Maria Fascetto Sivillo, sotto procedimento disciplinare dopo essere stata condannata in primo grado per aver preteso la cancellazione di una cartella esattoriale da parte dell’agenzia delle riscossioni siciliana. Durante questo incontro, avvenuto il 3 novembre 2023, Natoli aveva cercato di darle suggerimenti su come affrontare il procedimento, dicendole che aveva deciso di farsi carico del fascicolo anche perché avevano amici in comune: «È amica di miei amici» e alcuni di questi «mi hanno chiesto un occhio di riguardo», disse Natoli a Fascetto Sivillo. Natoli, però non sapeva che la giudice stava registrando e mai avrebbe potuto immaginare che quella registrazione sarebbe stata trascritta e inviata a Fabio Pinelli, presidente della sezione disciplinare e vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Da lì, dinanzi al Csm, si è aperto un procedimento disciplinare a carico di Natoli. La consigliera laica era stata invitata a lasciare il Csm, ma lei non ne ha voluto sapere. Così si è arrivato alla votazione in seno al plenum: con 22 voti a favore, è stata deliberata la sospensione di Natoli. I voti contrari sono stati 6, due le schede bianche. La delibera è stata votata a scrutinio segreto, ed è stata proposta dal Comitato di presidenza del Csm composto dal vicepresidente dell’organo di autogoverno della magistratura, Fabio Pinelli, dalla Prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, e dal procuratore generale della Cassazione, Luigi Salvato.

Nell’illustrare la delibera a sostegno della sospensione della Natoli, il vicepresidente Pinelli – sostenuto dalla Lega – ha evidenziato come il comportamento della laica di FdI – sotto inchiesta da parte della Procura di Roma – «appare sussumibile nel reato di rivelazione di segreto d’ufficio», per la «violazione dei doveri di imparzialità e terzietà». La Natoli non ha partecipato al voto, e ha lasciato l’aula del plenum dopo aver depositato una memoria ed essere intervenuta, sostenendo che contro di lei era stato lanciato del «fango», prendendosela anche con i giornalisti che hanno parlato della sua conoscenza del Presidente del Senato Ignazio La Russa, suo conterraneo, anziché riconoscerle i suoi meriti professionali. «Non mi dimetto, non accetto processi sommari», ha proseguito Natoli aggiungendo che la sua sospensione «avalla un pericoloso precedente: basta che una procura formuli una iscrizione e si chiede la sospensione di un consigliere del Csm».

«Anche indipendentemente dai profili penali della vicenda, riteniamo che quanto emerso in ordine ai comportamenti tenuti dalla consigliera Natoli non sia compatibile con l’assolvimento con disciplina ed onore, come imposto dall’art. 54 Cost., della funzione di componente del Csm. Oggi il Consiglio, sospendendo la consigliera Natoli, ha ristabilito le condizioni per operare con serenità e credibilità», hanno affermato i consiglieri di AreaDg. Ad avviso del consigliere indipendente Roberto Fontana, il ‘caso’ Natoli evidenzia un “buco” nella disciplina della sospensione e della decadenza dei consiglieri del Csm che favorisce i laici rispetto ai togati. «Se di questa vicenda fosse stato protagonista un consigliere magistrato, a prescindere dalla rilevanza penale della condotta in questione, la Procura generale della Cassazione – ha rilevato Fontana – avrebbe aperto un procedimento disciplinare che pressoché certamente sarebbe sfociato in una sanzione superiore all’ammonimento con conseguente decadenza di diritto dal Consiglio». «Per i consiglieri laici, invece, scatta la decadenza solo se si arriva ad una sentenza penale di condanna». Il prossimo plenum deciderà quale consigliere designare alla sezione disciplinare.

Per via di questa storia, Natoli è sotto inchiesta da parte della procura di Roma per rivelazione di segreti d’ufficio e abuso d’ufficio.

mercoledì, 11 Settembre 2024 - 22:59
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