La città di Napoli si è stretta attorno agli Jaconis. Li ha abbracciati, ha accarezzato il loro dolore. E lì, dove Chiara ha perso la vita in una sequenza di eventi imprevedibili che si fa fatica ad accettare, la città – pur non colpevole – ha chiesto in qualche modo scusa a questa famiglia per aver restituito Chiara alla sua vita di tutti i giorni. Ieri sera, a Napoli, centinaia di persone hanno accompagnato Gianfranco Jaconis e la figlia Roberta in una fiaccolata in memoria di Chiara, la 30enne padovana rimasta uccisa, nel suo ultimo giorno di vacanza in città, da un pezzo di statuetta volata da un balcone mentre stava passeggiando in via Sant’Anna di Palazzo di Quartieri Spagnoli. «Perdonateci», ripete qualcuno. «Scusaci», dice qualche altro.
La morte di Chiara ha scosso nel profondo le coscienze. Non tutte, però. Perlomeno non ha scosso la coscienza di chi ha avuto, magari in maniera del tutto accidentale, una responsabilità nella morte della giovane: a quattro giorni dall’incidente, nessuno si è fatto avanti, nessuno ha inteso collaborare con la polizia e spiegare come siano andate le cose. Gli agenti stanno facendo tutto da soli: hanno individuato l’appartamento, hanno capito che al momento della tragedia nella casa c’erano anche minori e tra le possibilità in campo c’è anche quella di un gioco o di un’azione sprovveduta proprio tra ragazzini. È ancora tutto da definire.
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E mentre la polizia cerca di chiudere al più presto questa vicenda, la città di Napoli si affranca dal silenzio dei responsabili, che fa ancora più male, stringendosi attorno agli Jaconis. Tra palloncini bianchi e lumini accesi, gli Jaconis hanno camminato per i vicoli di Napoli in una fiaccolata voluta per omaggiare Chiara. «Napoli forse non è la città più bella del mondo ma ha la popolazione più bella del mondo», ha detto Gianfranco Jaconis, il padre di Chiara. L’uomo si è commosso, mentre il popolo di Napoli lo abbracciava letteralmente. Sul posto dell’incidente un altare di fiori e un grande striscione appeso al muro con la scritta “Chiara sarai l’angelo dei Quartieri Spagnoli”. «Questo fatto – ha detto papà Gianfranco – non accade in tutto il mondo, non mi aspettavo questo affetto, Chiara so che si fa volere bene, lei sorrideva e ha trasmesso questa magia ai napoletani, ma anche ai calabresi, dovunque andava seminava bellezza. Mi sono ricreduto su tutta Napoli, già a marzo venni qui con mia moglie per quattro giorni splendidi in questa strada proprio. Abbiamo invogliato Chiara a venire a Napoli».
La famiglia di Chiara ha avuto l’abbraccio della gente e ha lasciato il luogo tra gli applausi con i palloncini bianchi che volavano nel cielo tra via Teresella degli Spagnoli e vicoletto Sant’Anna di Palazzo, i luoghi della tragedia. Al papà di Chiara anche una targa ricordo del quartiere dedicata alla giovane: «Non dimenticheremo il dono della tua vita – si legge -. Noi ti nominiamo angelo custode dei Quartieri Spagnoli».
giovedì, 19 Settembre 2024 - 08:00
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