Campania, bocciata mozione di sfiducia a De Luca. Un “caldoriano” a favore dello “sceriffo”, De Luca vota con braccio teso

Vincenzo De Luca in Consiglio regionale (Foto Kontrolab)
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Che la mozione di sfiducia a Vincenzo De Luca presentata dal centrodestra non avrebbe raggiunto i numeri necessari ad essere accolta era scontato. Ma ciò che il centrodestra non poteva prevedere è che, per la seconda volta nel giro di una settimana, un loro “uomo” si sarebbe scollato dalla coalizione andando a votare in favore dello “sceriffo”. Ciò che il centrodestra non poteva prevedere è che, rispetto al voto sul terzo mandato della scorsa settimana, Vincenzo De Luca avrebbe ottenuto – a questo giro – ancora più voti, depotenziando maggiormente – agli occhi dell’opinione pubblica – il ruolo e la capacità politica del centrodestra.

Oggi pomeriggio il Consiglio regionale della Campania, a maggioranza, ha respinto la mozione di sfiducia sottoscritta dai consiglieri dei gruppi del centrodestra Stefano Caldoro, Severino Nappi, Cosimo Amente, Livio Petitto, Francesco Cascone, Antonella Piccerillo, Carmela Rescigno, Aurelio Tommasetti, Nunzio Carpentieri, Alfonso Piscitelli, Raffaele Pisacane, Gennaro Cinque, Massimo Grimaldi, e dalla consigliera del gruppo misto, Maria Muscarà. Hanno votato contro la mozione di sfiducia, e dunque a favore di De Luca, 35 consiglieri, tra i quali lo stesso De Luca (che ha accompagnato il suo “no” con il gesto del braccio teso rivolto verso i banchi dell’opposizione, a scimmiottare il gesto del saluto romano), la consigliera regionale del Pd Bruna Fiola (che alla precedente seduta del Consiglio si era invece astenuta sul si’ al terzo mandato dello “sceriffo”) e il consigliere regionale di centrodestra Gennaro Cinque (Moderati e riformisti). Fiola ha così chiarito il suo voto: «Il lavoro svolto in questi nove anni è stato immenso e deve continuare  e la mia astensione sulla legge sul terzo mandato è stata determinata da fattori esterni e da sollecitazioni che ricevo da cittadini sulla attuazione di leggi regionali che abbiamo proposto e fortemente contribuito ad approvare. Un percorso importante che deve continuare».

Quanto a Cinque, il conigliere regionale di area centrodestra, in apertura di seduta, ha ritirato la propria firma alla mozione spiegando di ritenere «che, in relazione ai suoi contenuti e ai suoi tempi, è stata sottoposta tardivamente al voto del Consiglio ed intanto è stata politicamente superata dalla approvazione, anche con i voti favorevoli dei consiglieri del Pd, salvo un astenuto, della proposta di legge sul cosiddetto ‘terzo mandato’ del Presidente della Giunta regionale». A sostenere la mozione di sfiducia sono rimasti in 15: il centrodestra, la consigliera regionale del Misto Maria Muscarà e i tre esponenti del Movimento 5 stelle. I grillini, a volerla dire tutta, hanno votato a favore della mozione più per lanciare un segnale politico che per condivisione dei contenuti della stessa: «La mozione presentata dall’altra opposizione si limitava a evidenziare i problemi interni al Partito democratico invece di focalizzarsi sui reali bisogni dei cittadini, a cui poco o niente interessa dei battibecchi interni ai partiti. Noi – hanno dichiarato a margine i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano, Vincenzo Ciampi e Gennaro Saiello – riteniamo che ci siano altre questioni, ben più importanti per sfiduciare il governatore, che si basano sui fallimenti dell’amministrazione regionale». «Per questa ragione avevamo presentato un emendamento che sostituiva le premesse della mozione del centrodestra conservando il fine ultimo della sfiducia – hanno sottolineato -. Abbiamo una sanità in perenne emergenza, con un’aspettativa di vita sensibilmente inferiore rispetto alla media nazionale. La Campania è tra le prime dieci Regioni in Europa con la quota più alta di persone a rischio povertà ed esclusione sociale e la terza Regione d’Italia per consumo di suolo. Abbiamo il peggior servizio di trasporto pubblico di tutto il Paese e il tasso di deprivazione abitativa più alto. Sono queste le motivazioni che avrebbero dovuto spingere l’Aula a votare la sfiducia al governatore».

Il centrodestra ha poi dovuto fare a meno del voto del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Raffaele Maria Pisacane, assente per «improrogabili impegni personali». Per sgomberare il campo da suggestive interpretazioni sulla sua assenza, Pisacane ha inviato una nota nella quale sottolinea che «la mia assenza non deve generare fraintendimenti o interpretazioni ambigue, specialmente alla luce degli ultimi avvenimenti che hanno acceso il dibattito politico e istituzionale».

Parla di «autogol» del centrodestra una “voce di dentro”, Sergio Ronghi, presidente di Sud protagonista. «La mozione di sfiducia a De Luca viene, ovviamente, respinta, con un voto in più di quello ottenuto sulla Legge truffa sul terzo mandato. Il consigliere Cinque, eletto con la lista Caldoro, abbandona il cdx e ha votato a sostegno di De Luca – ha scritto Roghi sui social -. Proprio un bel successo! Aggiungiamoci le alchimie di Martusciello che continua a lanciare messaggi che invece di aggregare, allontanano, favorendo il gioco di De Luca. Qualcuno comincia a domandarsi: ma si intende fare “passo” anche questa volta?».

Ma dal centrodestra c’è stata una difesa a spada tratta della mozione. «La mozione di sfiducia del centrodestra è politicamente molto importante di un Presidente delegittimato dal suo partito – ha sottolineato il capo dell’opposizione del centrodestra, Stefano Caldoro (Moderati e riformisti) – , è diritto dell’opposizione porre un tema così importante mentre è la maggioranza che ha trasformato questo Consiglio regionale in un ‘teatrino’ sul terzo mandato e sulla politica politicante. De Luca deve fare chiarezza: si candida o no? Perché, se ha deciso di farlo, lo farà il prima possibile, sciogliendo anticipatamente il Consiglio!. Per il capogruppo di FdI Cosimo Amente, «la nostra mozione di sfiducia è un atto non formale ma necessario alla luce della questione del terzo mandato al quale il Pd  nazionale ha espresso contrarietà mentre quello regionale si è schierato a favore con ciò dimostrando che al Pd il futuro della Campania non interessa e vuole farne solo terreno per una resa dei conti interna». Sui problemi della Campania punta anche il capogruppo della Lega Severino Nappi: «La Campania è ultima in tutti i settori, dalla sanità al lavoro, dai trasporti, all’ambiente, e ciò è dovuto al mal governo del presidente De Luca tanto che il suo stesso partito di maggioranza non ha perso occasione per rimarcare questo totale disastro. Se ciò è, quest’amministrazione deve finire qui». Sulla stessa scia Francesco Cascone (FI): «Ho ammirato il Presidente De Luca che nel 2016 si è schierato contro il proprio partito per il proprio territorio, ma, nel governo della Regione, egli non si è dimostrato lo ‘statista’ necessario per la Campania con la conseguenza che tutti i settori della vita dei cittadini sono in ginocchio».

Severo anche l’intervento di Maria Muscarà (Misto): «In questi dieci anni non ha fallito solo il presidente De Luca, ma anche la sua maggioranza e la stessa opposizione che è stata sostanzialmente connivente». «Ad inizio legislatura – ha ricordato – la Commissione Terra dei Fuochi fu sacrificata in nome di questo accordo tra maggioranza e opposizione e tante importanti leggi non sono arrivate alla approvazione per incapacità di dare importanza ai temi che ne hanno, come quello della povertà che fa di Napoli un’altra ‘Striscia di Gaza. Sempre sull’ambiente, è paradossale sostenere che il governo regionale ha raggiunto gli obiettivi perché la Campania continua ad essere la regione più inquinata e dove l’accesso alla sanità è molto problematico al punto da vanificare il diritto alla salute».

Per la maggioranza vale per tutti l’intervento del capogruppo di De Luca presidente, Carmine Mocerino: «La mozione di sfiducia presentata dal centrodestra è sospeso tra il nulla ed il niente, mi aspettavo di più dai consiglieri del centrodestra i quali sono, innanzitutto, scivolati sui tempi rendendo questa mozione tardiva ed inutile dopo l’approvazione ad ampia maggioranza della proposta di legge sul terzo mandato del presidente della Giunta regionale». «Mi sarei, dunque, aspettato che essi la ritirassero con la conseguenza che hanno trascinato il Consiglio in una seduta che è una mera esercitazione verbale che ne dà un’immagine distante dai problemi reali», ha concluso.

lunedì, 11 Novembre 2024 - 20:57
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