Il bilancio delle vittime è pesantissimo e rischia di aggravarsi ancora. I morti della esplosione nel deposito Eni di Calenzano, in provincia di Firenze, sono attualmente cinque: i corpi di chi risultava disperso sono stati recuperati e le forze dell’ordine hanno così dovuto tracciare il primo triste elenco di una tragedia sul lavoro che dalle parti di Calenzano sembrava attesa. Nel deposito di Calenzano hanno trovato la morte Vincenzo Martinelli, 53 anni, autista originario di Napoli e residente a Prato dal 1998; Carmelo Corso, altro autista 57enne, originario di Catania che viveva a Calenzano; Davide Baronti, 49 anni, autista nato ad Angera (Novara) e residente in Toscana; i due lucani, Franco Cirielli e Gerardo Pepe. Cirielli, 50 anni, aveva fatto parte della Brigata paracadutisti “Folgore” e viveva con la compagna e due figli piccoli a Cirigliano (Matera), piccolo paese con circa 300 abitanti della collina materana. Pepe, 45 anni, nato in Germania dove i suoi genitori erano emigrati per lavorare, viveva invece a Sasso di Castalda (Potenza).
L’unico corpo identificato con certezza è quello di Martinelli che era entrato nel deposito cinque minuti prima dell’esplosione. In via di separazione dalla moglie, il 53enne lascia anche due figlie di 18 e 21 anni, a cui era legatissimo. Una di loro ha preso la patente da pochi giorni ed era stato lui – raccontano gli amici – a «fare orgogliosamente con lei la guida preparatoria per l’esame». L’uomo era molto attento alle condizioni di vita delle sue figlie, con cui passava parte del tempo libero e alle quali dedicava attenzioni di ogni tipo. Appassionato di cani e di caccia, Martinelli aveva provato recentemente anche un’esperienza lavorativa all’estero, in Germania, ma proprio per la mancanza delle sue figlie era tornato a lavorare a Prato, dove viveva proprio in centro storico. Per tutte le altre vittime sarà necessario il Dna al fine di arrivare all’identificazione. Tutti e cinque gli operai morti erano alla guida di autocisterne e si trovavano nell’area della pensilina di carico ed erano stati registrati come “visitatori” dai dipendenti del sito, che poi hanno girato la lista ai carabinieri del comando provinciale di Firenze.
Per le famiglie di Martinelli e Corso, si spiega dal Comune di Prato, il Comune chiederà l’attivazione del supporto psicologico. «Per Prato è una tragedia nella tragedia – ha dichiarato la sindaca Ilaria Bugetti -. Fino all’ultimo abbiamo sperato che da Calenzano arrivassero notizie diverse, ma purtroppo le speranze si sono ridotte minuto dopo minuto fino a darci la certezza del doloroso epilogo. Piangiamo due nostri concittadini, morti mentre lavoravano come ogni giorno; piangiamo due padri di famiglia impegnati a crescere e garantire un futuro migliore ai propri figli. Ci stringiamo attorno alle loro famiglie per questo dolore incolmabile. A nome di tutta la città esprimo vicinanza e profondo cordoglio».
Si piange per le vittime, si prega per le tre persone che sono state ricoverate ieri in codice rosso: in particolare, i due pazienti del centro grandi ustionati di Pisa, entrambi in condizioni molto gravi, e una terza persona che si trova in terapia subintensiva all’ospedale fiorentino di Careggi. I due feriti gravi (uno di questi è il 51enne Emiliano Braccini di Collasalvetti in provincia di Livorno) sono stati centrati praticamente in pieno dall’esplosione che ha procurato loro ustioni estese a braccia, gambe, volto e altre parti del corpo. Hanno riportato anche traumi e fratture perché entrambi sono stati scaraventati a distanza. Nelle prossime ore, fanno sapere da ambienti sanitari, saranno necessari ulteriori accertamenti strumentali e diagnostici per delineare un quadro preciso delle lesioni riportate.
La procura della Repubblica di Prato, intanto, ha aperto un fascicolo di inchiesta. Si procede anzitutto per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose aggravate dalla violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro e disastro colposo ma si stanno valutando anche altre contestazioni. Oggi il procuratore Luca Tescaroli si è recato sul luogo della tragedia per partecipare al sopralluogo effettuato dai carabinieri del Ris e dai consulenti nominati dalla procura (ci sono l’esplosivista Roberto Vassale e il chimico esplosivista Renzo Cabrino, che hanno già lavorato come consulenti nella strage di Capaci) per stabilire la dinamica dell’incidente.
martedì, 10 Dicembre 2024 - 20:20
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